Una pittura “leccata”, quella di Serena Vestrucci. Letteralmente
Il corpo come agente nell’azione pittorica. La lingua dell’artista si sostituisce al pennello per avviare e concludere un’ironica sperimentazione senza alcuna pretesa formale. Da Furini Arte Contemporanea a Roma, fino al 10 novembre.
Si potrebbe pensare a una performer, ma Serena Vestrucci (Milano, 1986) vuole solo dipingere. La sua prima personale a Roma, Tigre contro tigre, non a caso ha un titolo che è uno scioglilingua, che prepara verbalmente il visitatore a immaginare lo sforzo dell’artista. Il lavoro della Vestrucci si è svolto per ben 105 giorni grazie al solo uso della lingua come mezzo ultimo di un passionale e intimo modo di far pittura su tela, carta, vetro, muro, stoffa e un francobollo. L’erotismo del gesto, utilizzato come forma di protesta, forse in opposizione a stili pittorici più commerciali, conduce a un risultato che lascia interdetti. L’effetto in superficie rimane freddo e poco attraente, nonostante la consapevolezza delle difficoltà fisiche e metodologiche, sapientemente superate dall’artista nel rispetto di un ordine geometrico complessivo.
Claudia Fiasca
Roma // fino al 10 novembre 2012
Serena Vestrucci – Tigre contro tigre
FURINI ARTE CONTEMPORANEA
Via Giulia 8
06 68307443
[email protected]
www.furiniartecontemporanea.it
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