Arte e lussuria valgono bene una (doppia) mostra. Patrizio Di Massimo a Roma
Due mostre in contemporanea, a Roma, per Patrizio Di Massimo. A Villa Medici e alla galleria T293. L’artista porta alla luce un romanzo osé ottocentesco pubblicato anonimo. Poi compare in prima persona e in primissimo piano, mentre parla della sua attività di artista visivo, in una grande video-installazione. A Roma, fino al 16 dicembre.
Passaggio romano con doppia mostra per Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983; vive a Londra), artista che non disdegna di interrogare il dato visivo espressamente conturbante.
All’Accademia di Francia Di Massimo si propone in termini piuttosto espliciti, facendo leva su un romanzo osé ottocentesco pubblicato anonimo (The Lustful Turk, apparso in Inghilterra nel 1828). Il pre-testo “archeologico” e letterario gli consente di indulgere nel taglio illustrativo e vignettistico di opere che rimandano, via Francesco Clemente, a Philip Guston e Alberto Savinio. Insieme a queste, sono in mostra lavori oggettuali concernenti anch’essi atmosfere intime e afose. Il presupposto colto si presta a letture engagé – il best seller d’antan è ricco di fantasie erotiche ma anche di pregiudizi antropologici –, sicché l’artista può assecondare la propria vena “postmodernista” e transavanguardista, senza finire intrappolato – visto che siamo nel 2012 e non nel 1987 – in zona divertissement. Punto debole dell’operazione, proprio una diversificazione tipologica tra le opere presentate, che apparendo scopertamente concepita in ottica equidistanza tra illustrazione allusiva e allusione oggettuale, risulta un po’ oziosa. Di Massimo ha certo fornito un background a pezzi oggettuali un po’… nudi – in tal senso fa eccezione il “monocromo” (Sipario) fatto di mantovane, più autosufficiente –, ma in fondo si ha anche la sensazione che egli, oltre alla sensibilità di un Francesco Vezzoli, abbia – a proposito di voglie inconfessabili – la tentazione di proporsi come un John Currin italiano.
Alla galleria T293 – titolo della personale Voglio vivere così – Di Massimo compare in prima persona e in primissimo piano, in un video in cui il suo stesso volto è invecchiato e reso sia intimo che oltremondano, grazie all’espediente del fondo bianco. Ciò avviene mentre, parlando del suo passato di artista (ovvero del nostro attuale presente), egli è inquadrato da una sequenza percorribile di arcate-cornici, teatrale e insieme minimale, che abbraccia lo spazio (fisico e mentale) del fruitore in ascolto/osservazione. L’intervento, dal tenore beffardo e allucinato, è convincente perché vertiginoso di suo. Come un unico gesto secco, la proiezione e l’apparato installativo-architettonico si rivelano sia coincidenti che necessari l’un l’altro. Va detto però che a quel punto i pezzi inseriti a parete – tra i quali altri intriganti “sipari” – risultano aggiuntivi e con poca forza strutturante rispetto all’economia della mostra.
Pericle Guaglianone
Roma // fino al 16 dicembre 2012
Patrizio Di Massimo – Il Turco Lussurioso
a cura di Alessandro Rabottini
VILLA MEDICI
Via della Trinità dei Monti 1
06 6761291
[email protected]
www.villamedici.it
Roma // fino al 5 gennaio 2012
Patrizio Di Massimo – Voglio Vivere Così
T293
Via Crescimbeni 11
[email protected]
www.t293.it
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