Anche il capolavoro più sensazionale, se maltrattato da un allestimento infelice, rischia di risultare offuscato. Figuriamoci, allora, quale destino possono avere opere che, per quanto onestissime, si tengono ben alla larga dall’eccezionale. L’operazione è intelligente, l’idea brillante e l’impegno profuso sicuramente meritorio; ma la prima edizione della Biennale Italia-Cina, in scena nella Villa Reale di Monza con dépendance a Palazzo Lombardia e Palazzo Te – lungo quell’asse Milano-Mantova già sperimentato dal padiglione regionale della Biennale di Sgarbi – non sembra avere le carte in regola per dirsi memorabile.
Tolta la sana ignoranza dello scrivente per il panorama ad occhi a mandorla (pregevole l’intervento di Chun Yu-Wen, tra i pochi ad accogliere la sfida di uno spazio non facile), resta l’impressione di una selezione che – almeno per gli artisti italiani – risente veramente tanto del gusto di Ivan Quaroni, curatore della faccenda, che avrebbe forse potuto cogliere l’occasione per scorribande in ambiti per lui meno battuti. Un po’ didascalica l’adesione al tema Naturalmente, pur con guizzi sicuramente apprezzabili: dalla foto di Giacomo Costa al pregiato divertissement che Marcello Jori, complice quel satanasso di Giorgio Marconi, ha messo in piedi in omaggio a Lucio Fontana.
Ma su tutto pesa il macigno di un allestimento davvero insufficiente: intervenire in un contesto come quello della Villa Reale è un incubo, perché alla sola idea di piazzare una puntina ti azzannano alle caviglie quelli della Soprintendenza e non te li scrolli più. Ma qualcosa in più dei pannelloni masselli tinti di grigio stile esposizione di fine anno alle medie si poteva pur fare. Se è vero che ce l’hanno fatta, in un contesto analogo, solo pochi mesi fa: vedere per credere la recente parata degli allievi di Garutti in un’altra Villa Reale, quella di Milano.
Francesco Sala
Monza // fino al 6 gennaio 2013
Biennale Italia-Cina 2012. Naturalmente
a cura di Ivan Quaroni
VILLA REALE
Viale Brianza 1
www.biennaleitaliacina.com
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