Problematica è l’invasione di Wood, Stone, and Friends che interrogano lo spettatore se uno spazio non gli sia stato negato. L’odore forte e non trascurabile del legno trattato inserisce il visitatore nel contesto di una ricezione dello spazio espositivo, che si propone come stimolante e non passiva.
Sono sculture che indagano l’architettura e la forte potenza evocativa del singolo pezzo, quelle di Jimmie Durham (Washington, Arkansas, 1940; vive a Berlino e Napoli), ospitate nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli. Opere che sfruttano la potenza del materiale per ragionare sulla materia stessa. Pietra lavica, metallo industriale ma soprattutto legno che s’esibisce e svela (talvolta lasciandovi sopra un velo bianco: è il caso di our best efforts) la sua valenza creatrice. Valenza che interessa in modo trasversale sia il contesto immediatamente legato alla natura, sia l’ampio ambito speculativo e di ricerca, non eludibile dopo aver colto il carattere provocatorio delle installazioni.
L’attenzione per la singola parte tende a restituire un progetto organico e coerente. Il processo d’assemblaggio non viene escluso dalla riflessione teorica né mascherato nella presentazione stessa; diventa, anzi, un ulteriore modo per dichiarare un presenza consapevole e attenta, impegnata, dell’artista statunitense, i cui lavori appaiono saldamente assestati al terreno, ma che minano le convenzionali incoerenze di un processo di costruzione architettonica che ignora il considerare un sviluppo coerente a quello insito nella materia.
L’efficacia estetica del legno che si slancia tornando a essere foresta o l’apparente immobilità d’un antico fuoco che continua ad ardere come in greek fire sono solo alcune delle molteplici vesti a cui il legno si concede. Diretto è il riferimento allo scultore rumeno Brancusi, a una stilizzazione che tende a individuare forme primordiali, connaturate all’elemento stesso e preesistenti all’atto dell’artista, la cui configurazione definitiva e finale risulta da un sistematica e conscia operazione sulla materia.
Molteplici sono gli interventi diretti dell’artista, che rintraccia le identità del tronco e dà a questo il tono. Durham inserisce, in un sottile gioco di corrispondenze, materiali diversi che interagiscono con il legno, diventando non casuali interlocutori d’un confronto tra una realtà esistente e una auspicabile. L’incontro-scontro di un vecchio braccio meccanico e un ramo d’albero si pone al centro dell’esposizione come un pragmatico punto interrogativo.
Arianna Apicella
Napoli // fino al 27 febbraio 2013
Jimmie Durham – Wood, stone and friends
PALAZZO REALE
Piazza del Plebiscito 1
848 690499
[email protected]
www.palazzorealenapoli.it
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