Preda del sapere e non solo del guardare e del vedere, Lea Vergine cura una mostra di ricerca dedicata all’opera di un gruppo di artisti, poeti, dandy, scrittori e intellettuali fuori dal comune che, in Europa e in particolare in Inghilterra, nel periodo fra le due guerre, si impegnarono a vivere un’esistenza/spettacolo estrema ed eccentrica.
La libertà d’espressione e le azioni non convenzionali non investivano solo i loro scritti ma sculture, ritratti, dipinti, oggetti d’uso quotidiano, arti decorative, grafiche, libri, pezzi di arredamento, fotografie. Oggetti capaci di delineare “un altro tempo”, un clima e uno stile per la prima volta approfonditamente analizzato, arginato ed esposto a Rovereto.
*Ispirata da due opere sorprendenti e poco viste, un collage di Vanessa Bell e un ritratto a olio dello storico Lytton Strachey, Lea Vergine sceglie di indagare questo tempo fuori moda, complesso ma affascinante, e articolarne le audaci opere attraverso una moltitudine di stanze diversamente tratteggiate, tinteggiate, illuminate e abitate da questi carismatici spiriti del bizzarro. Sono esposti un centinaio di pezzi. Niente intorno a loro è lasciato al caso nell’allestimento ideato da Antonio Marras e curato da Paolo Bazzani: la cromia che avvolge le sale, la cornice che segna l’ingresso, i leggii, la grafica… Dentro la mostra, come nella casa di Bloomsbury a Londra, un altro tempo si respira e “ci si muove in uno spazio fisico che è soprattutto narrazione di un’epoca e spazio intellettuale”.
Folta la congrega di “autori più che artisti” che scrivevano, dipingevano, conversavano e quant’altro: Vanessa Bell e la sorella Virginia Woolf, Dora Carrington, Hilda Doolittle, Duncan Grant, Jacob Epstein, Henri Gaudier-Brzeska, Roger Fry, Cecil Beaton, Ezra Pound, Edith Sitwell, Lytton Strachey, William Walton… Non mancano i loro ritratti e autoritratti, tele figurative e astratte, la serie di “vortografie” su Ezra Pound e i suoi arredi, i ritratti realizzati da Cecil Beaton, alcuni gioielli provenienti dalla collezione di Edith Sitwell…
Come chiarisce Lea Vergine: “L’interesse di queste opere non sta nel loro valore artistico, ma piuttosto nella loro capacità di evocare emozioni e sensazioni che sono appunto di ‘un altro tempo’: sono oggetti unici, spesso eccentrici rispetto ai canoni delle arti figurative. Vederli riuniti in un percorso espositivo offre al visitatore l’occasione per una rivelazione appassionante“.
Federica Bianconi
Rovereto // fino al 13 gennaio 2013
Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern Style
a cura di Lea Vergine
Catalogo Il Saggiatore
MART
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