Optical venezuelano
Il colore nello spazio e nel tempo: da ogni parte del mondo arrivano a Città del Messico le opere dell’artista venezuelano Carlos Cruz Diez. Considerato uno dei massimi esponenti dell’Optical Art, la prima antologica a lui dedicata, con oltre 120 opere, è la mostra più visitata del mese in Messico.
Seppure ciò che l’ha reso più famoso sono le sue opere che giocano con cromie differenti ed effetti ottici, gli esordi di Carlos Cruz Diez (Venezuela, 1923) sono figurativi. Era sempre stato attratto dall’astrazione ma sentiva di non potere rimanere indifferente alla povertà delle strade di Caracas degli Anni Quaranta senza rappresentarle nei suoi quadri, come denuncia, come racconto.
Il racconto del mondo però per Cruz Diez è principalmente fatto di colore, un colore che vive dentro la retina di chi lo guarda, che si modifica nello spazio, nel tempo, nell’umore dello spettatore. Per lui l’arte deve essere sperimentata, vissuta, condivisa fisicamente ed emozionalmente. “Il colore non è semplicemente il colore delle cose che ci circondano, è il colore delle forme. Il colore è una situazione evolutiva, una realtà che coinvolge tutti gli esseri umani con la stessa intensità del caldo, del freddo, di un suono…”, racconta l’artista. E spiega: “Con il passaggio dal figurativo all’astratto non volevo convertirmi in un pittore che non ha niente da dire, come si diceva allora nella mia scuola. Io volevo essere un comunicatore, uno sperimentatore. I grandi maestri delle epoche anteriori avevano concepito un linguaggio universale eterno, ognuno a suo modo ha inventato la pittura”.
Cruz Diez ricorda la celebre frase di Duchamp: “Contro qualunque opinione, non sono i pittori ma gli spettatori che fanno i quadri”. E propone effetti ottici, giochi mentali, stanze d’immersione cromatica. Oltre ai suoi progetti di architetture, pezzi di design, arte urbana che modificano il senso della quotidianità di ciascuno, con interventi su case, arredi, cinema, teatri, aeroporti, porti, strade e persino un’intera nave.
Organizzata dal Muac in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Houston e la Cruz-Diez Foundation, è la prima antologica dedicata all’artista e presenta oltre 120 opere (disegni, serigrafie, plastici, foto, video di documentazione dell’artista a lavoro) realizzate negli ultimi settant’anni e provenienti dai musei organizzatori, dalla collezione della Fondazione Cruz Diez di Parigi, Panama, Houston e da altre collezioni pubbliche e private (Tate Modern, Londra; Centre Pompidou, Parigi; Collezione Patricia Phelps de Cisneros, New York e Caracas; Daros Latinoamericana, Zurigo, tra le altre).
Un artista completo e complesso. Teorico dell’arte cinetica e insegnante di grafica e design a Caracas e a Parigi. Studioso delle origini del colore, ne propone l’autonomia, insieme alla centralità dello spettatore, modificando gli ambienti con fasci di luce a volte esaltati da una forma, bande colorate naturalmente mutevoli nella loro presenza negli spazi, sale soggette all’intervento atmosferico e temporale dell’assolato inverno messicano.
La partecipazione dello spettatore è fondamentale, il visitatore sceglie l’angolo da cui osservare l’opera e tutto cambia. Per una visione del mondo più lenta, più attenta, da più prospettive.
Mercedes Auteri
Città del Messico // fino al 24 febbraio 2013
Carlos Cruz-Diez – El color en el espacio y en el tiempo
a cura di Mari Carmen Ramírez e Cecilia Delgado
MUAC
Insurgentes Sur 3000
+52 (0)55 56226972
www.muac.unam.mx
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