È l’anno delle coppie, per Enrico Robusti (Parma, 1957): uomini e donne inquieti, sull’orlo di precipizi fisici e dell’anima, che non nascondono mostruosità cadaveriche neppure di fronte alla torta di panna nuziale. Personaggi dalle mani che sembrano artigli e dai volti declinati in urla di dolore. Ma uomini e donne che al tempo stesso si incantano tra vortici di lucciole e fiorellini azzurri e che, su un divano sghembo, sognano un po’ di tenerezza.
I quadri di Robusti non rassicurano, non ammaliano con belle forme e cromatismi equilibrati, anzi: mettono in scena un’umanità sconvolta, un teatro grottesco davanti al quale la ripresa distorta dà un senso di vertigine, un disorientamento che ci scaraventa dentro la tela, che ci fa sentire urla e sussurri, odori e consistenze di un’immersione onirica che lascia un po’ di fiatone. Per poi placarsi con la pigrizia del gatto rosso addormentato, mentre lei legge Kiss me.
Marta Santacatterina
Milano // fino al 25 gennaio 2012
Enrico Robusti – Kiss me
a cura di Camillo Langone
FEDERICO RUI
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