Si è parlato di mostra dimezzata, gettando un velo di dubbio sulla retrospettiva dedicata al maestro svizzero che tanto amava l’Italia, al punto da dedicargli ben sei viaggi. L’obiettivo iniziale delle circa cento opere in cinque spazi espositivi non è stato raggiunto. A darne la triste notizia i curatori della mostra: mancano le opere principali, quelle custodite allo Zentrum di Berna, il polo museale che conserva circa il 40% delle opere di Paul Klee (Münchenbuchsee, 1879 – Muralto, 1940).
La motivazione nasce da un problema di comunicazione tra le due istituzioni e la causa ufficiale è un problema di conservazione delle opere, dovuto al microclima interno del museo romano che – a detta degli esperti svizzeri – non garantirebbe condizioni di sicurezza adeguate. In sintesi, troppa umidità. Eppure la Galleria Nazionale d’Arte Moderna dichiara di possedere tali requisiti, soprattutto a seguito del riallestimento delle collezioni permanenti avvenuto circa un anno fa. Mancano così trenta quadri e una cospicua raccolta di lettere, libri e documenti dell’artista.
Buona parte delle opere esposte è il lavoro di artisti contemporanei a Klee, proprietà della Galleria. Oltre quaranta sono le opere originali. Molte senza il riferimento alla collezione di provenienza. Ulteriore polemica giustificata dai curatori come volontà dei collezionisti di rimanere anonimi. Un vero peccato. E pensare che l’Italia ha fornito così tanti stimoli all’artista: dai primi lavori ispirati alle stilizzazioni antiche, con riferimenti paleocristiani. Ben presto abbandonati a favore di un linguaggio astratto, sintesi di correnti come Cubismo, Espressionismo e soprattutto Futurismo, molto in voga in Italia in quel periodo.
Klee nel Bel Paese riscopre l’interesse verso il paesaggio, siciliano in particolare. Dettagli, raffinatezze pittoriche, costruzioni portuali. Colori caldi e avvolgenti. Allegorie. Nascono anche opere musicali. Ogni stimolo diventa una cellula germinale. Così i mosaici bizantini prendono vita in suggestioni pointilliste e si alternano a linee rette, d’impronta più moderna, che rammentano le dinamiche architettoniche delle Città Eterna, molto care ai suoi occhi.
L’Italia vive nel cuore di Klee, anche quando è costretto ad abbandonarla. Rivive nella malinconia, nel ricordo durante la malattia, nei suoi ultimi anni di produzione. Un amore simbiotico, un legame profondamente radicato. E “se l’anima anela al Sud, è colpa del Nord o di che altro”?
Michele Luca Nero
Roma // fino al 27 gennaio 2013
Paul Klee e l’Italia
a cura di Tulliola Sparagni e Mariastella Margozzi
Catalogo Electa
GNAM
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06 322981
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