Cinque per cento artisti. All’America Academy di Roma
Cinque mostre per cento e più progetti, ipotesi, interpretazioni. A Villa Aurelia si respira una nuova aria di creatività. I lavori realizzati dai borsisti si materializzano ai vari piani dell’American Academy in Rome sperimentando attorno alla nozione di creazione artistica. Mostre visitabili su appuntamento fino al 27 febbraio.
Questa volta, il per cento si legge come moltiplicatore. Per cinque volte i lavori realizzati dai borsisti dell’accademia si materializzano in azioni creative, dagli esiti talvolta prodigiosi, talvolta discutibili, che si prestano a cento e più esegesi.
Prima di tutto è Everyday Downfall, inizio e fine della serie. Nell’ambito dell’installazione Dinner Conversation,Tsvetkov propone piccoli stampi da oggetti ordinari che divengono fantasmi di volumi urbani. Un contrasto macro contro micro sul piano domestico che introduce al luogo più affollato dell’intera mostra, un’opera realizzata da Erik Adigard e Ross Altheimer. Qui i reali protagonisti sono i visitatori, invitati a interagire con una tavola imbandita che diviene l’inatteso luogo geometrico di azioni inusuali, che la trasformano in un coacervo di provocazioni grafiche.
A breve distanza, due sale accolgono L’idea del realismo, in cui sono riuniti i lavori di D’Alvia, Khete, Saccoccio, Shelley, Stampone, Tosatti e Ward. La collettiva confronta diversi approcci al realismo contemporaneo nell’ambito dell’arte visiva. Tra le indagini proposte attorno all’idea di “Nuovo Realismo”, particolarmente rilevante è il progetto Global Education di Stampone, un tentativo ambizioso di ri-educazione collettiva attraverso una reinterpretazione della realtà mediatizzata.
Al piano interrato si colloca Nine Parts of Two, una collaborazione tra William O’Brien e la musicista Wang Lu. Nove brevi composizioni accompagnano immagini di architettura. Se l’intenzione è individuare nuove interpretazioni dei rispettivi lavori con il supporto di mezzi non usuali, il messaggio tuttavia rischia di essere confinato dietro il peso iconico delle immagini scelte, accentuato dall’allestimento sotto forma di galleria di backlight.
Salendo ai piani superiori si attraversa ScalaCupola, un’installazione ideata da Erik Adigard e Jesse Jones e realizzata con un suggestivo supporto audio-visivo site specific. Il tema è proprio Roma, che viene evocata da soffitti di volte e cupole e dal suono di campane ridotto a una sequenza di rumori ipnotici.
Infine, sulla terrazza panoramica dell’accademia, laddove potrebbe collocarsi l’apoteosi della rassegna, è posta Camera Obscura, opera che dovrebbe offrire l’esperienza visiva del foro stenopeico. A cura di Beth Saunders, questo lavoro lascia purtroppo delusi per l’inadeguata realizzazione tecnica, che tradisce l’intento iniziale di dimostrare lo stretto legame tra il congegno ottico, il disegno e la fotografia.
Alessandro Iazeolla
Roma // fino al 27 febbraio 2013
The Idea of Realism
a cura di Christian Caliandro e Carl d’Alvia
Dinner Conversation
Nine Parts of Two
ScalaCupola
Camera Obscura
AMERICAN ACADEMY
Via Angelo Masina 5
06 58461
[email protected]
www.aarome.org
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