Sempre più protagonista del sistema dell’arte contemporanea, il Museo Marino Marini inaugura il programma espositivo annuale Early One Morning – ideato dal direttore artistico Alberto Salvadori – con la prima mostra personale in un’istituzione italiana di Andrea Kvas (Trieste, 1986). Campo è il titolo dell’esposizione curata da Barbara Casavecchia che occupa gli spazi del Sacello del museo fiorentino e intende proporre, come lo stesso Kvas afferma, “non risultati ma effetti, ripercussioni, evoluzioni, mutazioni, cicli. Campo rimanda a uno spazio d’azione, a un’orizzontalità che mi è vicina”.
Elementare e rigoroso nella sua linearità espressiva, il percorso espositivo si compone di quattro installazioni in progress tutte Untitled 2012-2013, realizzate mediante l’utilizzo dei più disparati materiali: assi di legno, poliuretani colorati, idropitture, acrilici, smalti, asfalto, lattice sintetico, farina, colle, resine acriliche, media che vengono sottomessi dall’artista per rispondere ogni volta alle differenti esigenze e ai progetti da realizzare.
La mostra di Kvas può essere raccontata come una storia di movimenti e gesti, una danza di corpi che trovano ogni volta nuove e molteplici possibilità di occupare uno spazio. Proprio in virtù di ciò, la sua opera si rinnova ciclicamente attraverso interventi più o meno irregolari che permettono all’artista di considerarla un corpo dinamico suscettibile di modifiche, emendando sia la tecnica realizzativa che l’architettura strutturale in relazione con lo spazio che l’accoglie e la espone. Essa contiene pertanto il dispiegamento di un possibile racconto entro le maglie di un linguaggio fluido ma codificato che mette in continua discussione il concetto stesso di pittura e di scultura nel suo farsi.
La pittura stratificata ricopre di pennellate grossolane le superfici dei legni, mentre è insita nei poliuretani che si mostrano colorati anche nella sezione vaporizzandosi nell’atmosfera sospesa e straniante di una dimensione pura e contemplativa, dove ogni elemento emana la propria aura. L’asse della mostra si concentra perciò sul confronto dialettico tra sintassi compositiva e regole percettive che sempre diverse appartengono ai luoghi e s’impongono alla fruizione.
Da questa analisi ne emerge un lavoro dall’aspetto processuale che nasce dalla tensione del “campo” nel quale si genera e si formalizza, per approdare ad una funzione finale aperta e in continuo divenire.
Gino Pisapia
Firenze // fino al 6 aprile 2013
Andrea Kwas – Campo
a cura di Barbara Casavecchia
MUSEO MARINO MARINI
Piazza San Pancrazio
055 219432
[email protected]
www.museomarinomarini.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati