Irene Balia. L’attimo che non fugge
Esistono soglie emotive in cui la sfera personale, scontrandosi con la realtà esterna, genera un impatto percettivo misto di cognizione e smarrimento. Irene Balia, attraverso una sintesi onirica tra forma e colore, sembra imprimere visivamente questi momenti. Da Circoloquadro, a Milano, fino all’8 marzo.
L’opera centrale della mostra porta il titolo – di reminescenza iconografica – Hortus Conslusus; un polittico dal disegno preciso e dalle tinte piatte che apre a un orizzonte surreale, fatto di lievi ondulature e da una moltitudine diffusa di particolari naturali. Per Irene Balia (Iglesias, 1985) non rappresenta un luogo chiuso e avulso dalla realtà (come lo vorrebbe la tradizione artistica e religiosa medievale) ma una zona d’intimità in cui le percezioni personali si fondono a quelle, più manifeste, del mondo circostante. Un lungo attimo, pregno dell’essenza misteriosa del vivere, la cui intensità si ripercuote in modo silente anche nelle altre opere. L’influenza dello stile rinascimentale e fiammingo non si traduce in puro citazionismo, ma assume, in un contesto diverso, una nuova carica simbolica, immersa in un’atmosfera onirica, sospesa tra consapevolezza e suadente spaesamento.
Serena Vanzaghi
Milano // fino al 8 marzo 2013
Irene Balia – Hortus Conclusus
a cura di Marta Cereda
CIRCOLOQUADRO
Via Thaon di Revel 21
02 6884442
[email protected]
www.circoloquadro.com
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