“Li avevo dimenticati sul fondo di un cassetto”, risponde Primo Pantoli (Cesena, 1932) quando gli si chiede da dove provengano quei 200 disegni inediti realizzati tra il 1957 e il 1960, ossia agli albori del suo trasferimento in Sardegna. Quando decide di mettere in atto un tour nell’isola per documentarne vita e tradizioni locali, al di là di facili folklorismi.
Introspezione psicologica, rapporti sociali ed erotismo sono le tematiche battute in questi anni e restituite con rapidità ed esasperazione del segno, sintesi progettuale e aggressività cromatica che sfociano in un espressionismo viscerale, a tratti deformante, in opposizione alla radicata tradizione accademica isolana. Disegni, chine, pennarelli e acquerelli, che ricordano Chagall e il Picasso monumentale dei primi Anni Venti, sono spesso caratterizzati da frasi o brevi poesie che nel tempo daranno un apporto fondamentale alla sua ricerca. Come la china acquerellata del 1959 che recita: “Io t’amo e la mia vita è chiusa nello scrigno delle tue mani, ma se impazzissi e fossi occhi nei tuoi occhi chi mi salverebbe?”.
Roberta Vanali
Cagliari // fino al 2 marzo 2013
Primo Pantoli – Il Primo Pantoli. Disegni 1957/1960
a cura di Efisio Carbone
SPAZIO (IN)VISIBILE
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