Peep Hole cambia strada
Nato come progetto culturale diretto da Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva, e inaugurato a Milano nel 2009, Peep-Hole cambia sede e si trasferisce alla Fonderia Battaglia in via Stilicone. L'osservatorio più contemporaneo d'Italia ospita da questa sera la prima mostra personale in un’istituzione italiana dell’artista americano John Henderson. Artribune ha approfondito con il suo fondatore, nonché direttore artistico della prossima edizione di Miart, Vincenzo de Bellis, i motivi di questa nuova scelta.
Come si è arrivati alla scelta di posizionare Peep-hole nella Fonderia Battaglia, in una parte della città così diversa dal distretto di Porta Venezia?
Come si sapeva da tempo, dovevamo lasciare lo spazio di via Panfilo Castaldi e per un anno circa abbiamo sperato di ottenere lo spazio in concessione dal Comune. Ma il bando tardava a uscire – ancora non è stato ancora pubblicato – e quindi ci siamo mossi in modo alternativo. Poi è avvenuta una fantastica coincidenza: abbiamo incontrato i proprietari di Battaglia, storica fonderia che festeggia i cento anni di attività. Loro si sono innamorati della nostra attività e ci hanno offerto una soluzione temporanea ma di grandissimo prestigio. Per i prossimi due anni, infatti, saremo ospitati in uno spazio al primo piano del cortile della fonderia.
Quale elemento vi a fatto capire che quello sarebbe stato il posto giusto per Peep-Hole?
Non appena abbiamo messo piede nello spazio, ce ne siamo innamorati. È tutto perfetto, dal cortile della fonderia, dove si possono ammirare le opere monumentali di Penone e il restauro dell’Autoritratto di Boetti, fino ad arrivare allo spazio che occupiamo noi. È meraviglioso, complesso e duttile allo stesso tempo. Rappresenta un cambio radicale per noi, sia come atmosfera, sia per le possibilità che ci offrirà. Dopo quasi quattro stagioni e dopo circa 15 mostre e progetti realizzati nello spazio di Panfilo Castaldi, ci siamo detti che serviva uno shift importante che potesse modificare anche la scala dei progetti.
Quali novità, all’interno dello svolgimento delle diverse attività di Peep-Hole, comporterà questa nuova sede?
Beh, innanzitutto con il 2013 abbiamo dato un nuovo impulso all’attività. Abbiamo iniziato collaborazioni con il Museo del Novecento a Milano e con Villa Croce a Genova. Continua il nostro progetto editoriale Peep-Hole Sheet e il programma di Six Ways to Sunday. Per quanto riguarda la sede espositiva, il quartier generale, la novità è soprattutto in termini di scala. Gli obiettivi, il format curatoriale resterà lo stesso. Certo, lavorando a stretto contatto con gli artisti su progetti ex novo, il luogo potrebbe, speriamo, influire sul lavoro che realizzeranno. Senza che questo però diventi la regola. Come abbiamo fatto in questi anni, continueremo a variare il più possibile attitudini degli artisti, in modo da offrire anche al pubblico punti di vista diversi. Tutto questo rientra nella nostra volontà di continuare a essere costanti nella ricerca di qualità e allo stesso tempo provare a essere alternativi a noi stessi.
Quanto ha influito, nella determinazione di questa nuova sede, la vicinanza con Lia Rumma e la Fabbrica del Vapore? Immaginate future collaborazioni?
Di sicuro aiuta molto: crediamo che la Fabbrica del Vapore potrebbe diventare un hub importante in città e la vicinanza ci piace molto. Per quanto riguarda Lia Rumma, siamo davvero di fronte, ci dividono sì e no dieci metri. Per noi è sicuramente una bellissima cosa e speriamo che lo sia anche per loro. Di sicuro, come abbiamo sempre fatto in passato, cercheremo di coordinarci su opening e attività, in modo da facilitare le persone a venire in quella parte della città.
Quale ruolo avrà Vincenzo de Bellis nel nuovo Peep-Hole, ora che Miart assorbirà gran parte delle sue energie?
Sempre lo stesso, anche se un po’ rivisitato. Peep-Hole per me è tutto. Continuo e continuerò a svolgere il mio ruolo di co-direttore con la stessa energia con cui ho lavorato finora. Certo la mia presenza nello spazio si è ridotta perché Miart ha bisogno di una mia presenza costante, ma non dimentichiamoci che tutto si fa in team, sia a Miart sia a Peep-Hole. Per fortuna, mi sembra che le cose stiano funzionando abbastanza, e questo si può vedere sia dalla qualità del progetto di Miart 2013 che dalla qualità e quantità dei nuovi progetti di Peep-Hole. Per Peep-Hole mi sono sempre occupato con Bruna Roccasalva della parte del programma di mostre di Peep-Hole Sheet. I progetti esterni invece Bruna li segue con Anna Daneri, e poi c’è sempre Stefania Scarpini che lavora sulla produzione e la comunicazione. Insomma, ci siamo sempre organizzati per bene, e continueremo a farlo.
Il “battesimo” del nuovo Peep-Hole avviene anche attraverso l’estrema versatilità del giovane Henderson. Questa personale può essere letta come una dichiarazione d’intenti?
Era per noi fondamentale iniziare con una personale di un giovane artista. Sia per il formato personale, che è stato quello che in questi anni abbiamo prediletto per tante ragioni che sono insite nel progetto Peep-Hole, ovvero dare più centralità all’opera rispetto al filtro curatoriale, che spesso diventa invasivo; sia per sottolineare la nostra attenzione verso qualcosa di nuovo e di ancora non istituzionalizzato. Iniziare con John poi aveva un grandissimo senso proprio per il luogo nel quale ci troviamo, essendo lui – tra gli artisti giovani – uno di quelli che più di tutti sta lavorando sulla tecnica della fusione con diversi materiali.
Dai Recats ai No title agli Hybrids, quale tipologia di mostra vedremo e quale connotazione assumerà grazie agli spazi della fonderia?
La mostra, i cui lavori sono concepiti tutti per lo spazio nuovo, già dal titolo dimostra l’intenzione di presentare John. Per questo ci saranno tutte le tecniche che finora John ha utilizzato, ma al tempo stesso aperture verso nuove ipotesi del suo lavoro.
Progetti futuri?
Possiamo già annunciare tutta la programmazione di quest’anno. Dopo la mostra di John Henderson ne apriremo una, qualche giorno prima dell’opening di Miart, di Kilian Rüthemann realizzata con la Kunsthalle Sankt Gallen come parte del nostro progetto pluriennale Six Ways to Sunday. A maggio ci sarà un nuovo progetto di Gabriel Sierra, un giovane e bravissimo artista colombiano attratto dall’architettura e dal design storico italiano. La prossima stagione si aprirà con Trisha Baga a settembre e poi avremo il nostro evento di fundraising. Parallelamente all’attività espositiva cureremo anche due progetti al Museo del 900 a Milano e a Villa Croce a Genova.
Ginevra Bria
Milano // fino al 16 marzo 2013
John Henderson – John
PEEP-HOLE @ FONDERIA BATTAGLIA
Via Stilicone 10
339 7656292
[email protected]
www.peep-hole.org
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