Salmi responsoriali post-atomici

Accumulo e rigenerazione: ritagli e oggetti da discarica che, riassemblati, diventano sacrileghi strumenti di una liturgia del consumo. Mantra monodici quelli che Carlo Spiga intona a Monza, da Cart, fino al 15 febbraio.

Un taglia-e-cuci carnale, assemblaggio caotico di figure strappate da giornali e riviste: si agitano, senza testa, in mazzi che sembrano ventagli; in un’ultima, disperata e cieca corsa attorno se stessi. Nell’inesauribile vena aurifera dell’objet trouvé e conseguente revisione e correzione dei tesori di risulta, si inserisce anche l’ultima produzione di Carlo Spiga (Cagliari, 1983). They Live!,titola la serie, presentata in allestimento post-atomico negli spazi brianzoli di Cart; un angolo di traforati dietro cui nascondersi, tra cuscini hand-made, per ascoltare le sensuali litanie composte – chitarra alla mano – dall’artista. Sembra Gaza, è Monza: la dimensione del ricordo si dipana, per Spiga, tra colori shock e nenie speziate. Echi d’Oriente arrivano, ovattati, anche dalla lucidatrice Zerowatt che – opportunamente strozzata da un voltaggio ribassato – replica come un mantra l’allegoria del kargyraa, antichissimo canto tribale che tuona nelle steppe dell’Asia centrale. Preghiere inascoltate al Dio del Consumo, per una chiesa del futuro dove, a officiare, ti aspetti Mad Max.

Francesco Sala

Monza || fino al 15 febbraio 2013
Carlo Spiga – Makika
GALLERIA CART
Via Sirtori 7
039 329101
[email protected]
www.galleriacart@com

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