Fare storia con i detriti del presente
Una ventina di opere tra acrilici e disegni, per dar vita a un mondo banale e insieme paradossale. Il californiano Taylor McKimens attinge ai simboli più triti del paesaggio americano, per risucchiarci in un vortice surreale. Tra esseri umani, resti del consumo, animali improbabili. Allo Studio Raffaelli di Trento, fino al 16 marzo.
Un’incredibile amalgama di ingenuità e cinismo, divertimento e inquietudine, mobilità esasperata e sublime kitsch. Questo e altro esibisce la pittura dell’americano Taylor McKimens (Seattle, 1976; vive a New York): questo e altro, perché essa non bada allo stile, alla grammatica, alla sofisticatezza del fare, ma solo a una meta-narrazione, dove le figure (oggetti, piante, esseri umani) fluttuano dentro e fuori gli stessi generi pittorici. Qui c’è tanto fumetto, tanto cinema, tanta letteratura (John Waters, Robert Crumb, Hunter Thompson). McKimens pare decretare la conclusione di ogni epica: il suo mondo ha la naturalezza di qualcosa di incompiuto e indifferente. Così, tutte le immagini che trattano di materie guaste e di contaminazioni acide non allestiscono un vero “teatro della perversione”, ma alludono a una fine che “non finisce di finire”, a un’estetica da post-apocalisse. Ogni elemento è al contempo corrotto e ricomposto, inanimato e vivo: è segno grottesco di una circolarità vuota e insensata.
Luigi Meneghelli
Trento // fino al 16 marzo 2013
Taylor McKimens
STUDIO RAFFAELLI
Via Marchetti 17
0461 982595
[email protected]
www.studioraffaelli.com
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