Il tempo ritrovato di Claudia Matta
Immagini che sembrano scaturire da un sogno dove tempo e spazio convenzionali si dissolvono a favore della dimensione onirica. Un concetto temporale che Claudia Matta definisce “attimo, inteso come particella invariabile del tempo, esso stesso convenzione sfuggevole, inesistente nel momento in cui si nomina”. Da Meme a Cagliari, fino al 30 marzo.
“Restituire all’attimo l’immagine che si crea di esso sotto forma di nuova luce” è l’obiettivo di Claudia Matta (Cagliari, 1983), il cui campo d’indagine è la riflessione sul tempo, che interpreta non come realtà bensì come pura percezione, alludendo all’estetica trascendentale kantiana, che contempla spazio e tempo come aspetti della sensibilità umana. È in questo contesto che, tra esoterismo e scienza, nascono le Luminescenze, scaturite dall’indagine degli Orbs, fenomeni di ottica fotografica dall’alone mistico nonostante siano scientificamente spiegabili. Fotogrammi sospesi tra cielo e terra galleggiano nello spazio, sfuggevoli ed evanescenti, come singoli istanti in un continuo fluire secondo il concetto di durata di borgesiana memoria.
Sulla percezione del tempo e la sua alterazione si basa anche il video Quando la banda passò, che vede come protagonista la stessa artista interrotta bruscamente nel suo rito allo specchio da un gesto violento e imprevedibile, che cerca d’intralciare l’azione senza riuscirci, ma lasciando evidenti segni del suo passaggio.
Roberta Vanali
Cagliari // fino al 30 marzo 2013
Claudia Matta – Luminescenze
a cura di Giusy Sanna
MEME
Via Mameli 78
070 3510673
[email protected]
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