Le valli dei silenzi mortali e delle attese angoscianti. Yang Yongliang a Milano
Paesaggi post-atomici, dove l'artificio attenta alla resistenza umana e dove la natura è sopraffatta da violenza e bruttura. Non c'è sacralità ma sospensione angosciosa, nei paesaggi contemporanei cinesi del giovane Yang Yongliang.
La violenza dell’artificiosità può essere lirica e magica: sembra un controsenso, ma nelle composizioni effimere di Yang Yongliang (Shanghai, 1980) tutto questo si materializza. Tre elementi: fotografia, composizione e manipolazione digitale. Il colore è grigio, punteggiato di lucciole; i candori traducono ultimi sprazzi di purezza. I riferimenti vanno alla storia dell’arte cinese con il genere del shan shui, grafica tradizionale dove i paesaggi naturali sono divinità nell’alveo del Confucianesimo ed esprimono il supremo mistero della natura. Ma oggi le montagne sono cariate dalle luci delle città, spogliate di vegetazione. La figura umana è isolata e meditabonda, colta di spalle e inerme di fronte allo spettacolo del mondo moderno. Un anti-Sturm und Drang: bruttura, violenza, attesa della catastrofe. Ordine ed equilibrio sovvertiti. Da un momento all’altro, la granata potrebbe esplodere sotto il piede, il serpente mordere mortalmente e dare fine alla parabola umana.
Neve Mazzoleni
Milano // fino al 29 marzo 2013
Yang Yongliang – Silent Valley
MC2 GALLERY
Viale Col di Lana 8
02 87280910
[email protected]
www.mc2gallery.com
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