Luci e ombre da Jerome Zodo
Da Jerome Zodo, una collettiva di artisti molto eterogenei affronta uno dei temi cardine della storia dell'arte: la luce. Una mostra che coniuga tradizione e tecnologia già nel titolo, “Lumen RAY”, con molte sorprese ma anche una piccola delusione. A Milano, fino al 30 marzo.
Il problema dello spazio-luce ha ossessionato gli artisti di ogni epoca, da van Eyck a Fontana. Nella variegata collettiva da Jerome Zodo, Lori Hersberger riesce a dare un nuovo senso di razionalità ai suoi neon, da molto tempo abusati, mentre Alystair McClymont usa la luce per percepire la piccolezza del nostro microcosmo in rapporto con l’universo, anche con un’app per iPad. Gli UVA, invece, con una intimistica veneziana indagano insolitamente il divenire della luce, nel suo rapporto interstiziale fra esterno e interno, luce e ombra.
Tutto intorno, le solidificazioni della luce di Morgane Tschiember, sinuose e corrosive gocce di vetro soffiate, perfetta metafora della condizione moderna, si contrappongono alla gravità della Light solidificata in un disco da bilanciere di Raul Gabriel. Infine, nelle piccole opere di Matteo Fato, le dimensioni temporalmente sfasate del lavoro a maglia e del neon, dell’olio e del rame, si fondono per restituire un’immagine inquietante della nostra realtà.
Una piccola nota di disappunto: le mostre troppo spesso sembrano esaurirsi la sera dell’inaugurazione, che forse è proprio l’occasione peggiore per riflettere su ciò che si vede, anche se alla presenza degli artisti e con performance live. Purtroppo questa bella collettiva nei giorni successivi alla vernice è stata lasciata un po’ andare, ed è un peccato.
Giulio Dalvit
Milano // fino al 30 marzo 2013
Lumen RAY
JEROME ZODO
Via Lambro 7
02 20241935
[email protected]
www.jerome-zodo.com
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