Una vita di passioni: Pietro Bembo uomo del Rinascimento

Invano il padre cercò di indirizzare Pietro Bembo verso la politica, verso il benessere di una vita agiata, ma l'ostinazione, la caparbietà e i sogni del giovane veneziano ebbero la meglio. E così, tra le corti rinascimentali più chic del Cinquecento, nacque la figura di uno dei più grandi intellettuali italiani di tutti i secoli. Una mostra per raccontarlo. Al Monte di Pietà di Padova, fino al 19 maggio.

Fu poeta, storiografo e bibliotecario; fu letterato e consulente di principi ed editori, ma anche amante coinvolto e appassionato delle più affascinanti donne del Cinquecento italiano, per poi salire addirittura al soglio cardinalizio. Ma Pietro Bembo (Venezia, 1470 – Roma, 1547) fu anche collezionista, e lo fu proprio nei decenni in cui si stava affermando quello che oggi chiamiamo Rinascimento. Nella sua dimora padovana, che lo ospitò a partire dal 1527, raccolse dipinti, marmi e bronzi antichi, medaglie, arazzi, gemme e monete, si circondò di opere dei suoi amici pittori, che cercò sempre di proteggere e presentare presso i sovrani. Una collezione di inestimabile valore; un valore riconosciuto dal proprietario stesso che, nel suo testamento, impose di non smembrarla: parole vane a fronte della scarsa sensibilità e lungimiranza del figlio Torquato che, dopo la morte di Pietro, vendette i singoli pezzi facendo sì che la dispersione raggiungesse nei secoli i quattro angoli del pianeta.

Hans Memling, Calice di San Giovanni Evangelista, verso, National Gallery of Art, Washington

Hans Memling, Calice di San Giovanni Evangelista, verso, National Gallery of Art, Washington

Oggi quella raccolta è stata in gran parte, anche se temporaneamente, ricostruita ed esposta in una mostra raffinata e ricca di colpi di scena: un susseguirsi di capolavori (da Giorgione a Mantegna, da Giulio Romano a Jacopo Sansovino, e ancora, da Bellini a Perugino) tutti convergenti verso la personalità di Bembo che, attraverso gli oggetti, emerge con forza in tutti i suoi poliedrici aspetti. Dagli anni della giovinezza veneziana, trascorsi in una casa dove già l’interesse per le arti era indiscusso, il percorso espositivo tratteggia con esattezza la formazione dell’intellettuale, i suoi anni maturi e quelli del cardinalato in età avanzata. E chi segue il percorso può scoprire che furono proprio Bembo e l’editore veneziano Aldo Manuzio a inventare il libro tascabile, di piccola dimensione e pulito dalle glosse destinate agli universitari; che Bembo fu un apprezzatissimo poeta, autore del best seller degli Asolani; che nel corso della sua vita ebbe una bruciante storia d’amore con Lucrezia Borgia, la cui ciocca di capelli è esposta in un reliquiario – autentica reliquia profana – e che fu consulente per gli acquisti d’arte della potentissima Isabella d’Este. E, ancora, che condivise la passione per la riscoperta delle antichità con Castiglione e Raffaello, sostenendo il partito della tutela delle “rovine” contro quello delle demolizioni; e che Tiziano – solitamente poco generoso – lo stimò talmente tanto da regalargli un intensissimo ritratto in vesti da porporato.

Tiziano, Ritratto di Pietro Bembo cardinale, National Gallery of Art, Washington

Tiziano, Ritratto di Pietro Bembo cardinale, National Gallery of Art, Washington

In una lettera del 1542 Bembo definì la sua pratica di collezionista come una “mia sensualità”: parole non casuali, che esprimono “il piacere del tatto, dell’osservazione ravvicinata, della scoperta delle qualità formali ed espressive nonché dei significati dell’opera attraverso il contatto quotidiano e prolungato” come ben sostengono i curatori, a cui va il merito di essere riusciti a restituire, partendo da criteri rigorosamente filologici, la passione e l’emozione di una vita spesa per l’arte e con l’arte.

Marta Santacatterina

Padova // fino al 19 maggio 2013
Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Da Bellini a Tiziano, da Mantegna a Raffaello
a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto, Alfonso Tura
Catalogo Marsilio
PALAZZO DEL MONTE DI PIETÀ
Piazza Duomo 14
049 8779005
[email protected]
www.mostrabembo.it

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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