Nella sua sede milanese, fino al 17 maggio, Lisson Gallery ospita una personale di Angela de la Cruz. “Burst” è una rappresentazione vicina ai canoni estetici del minimalismo, ma il bianco accecante può evocare anche la morte.
Mette alla prova i limiti fisici dei materiali, Angela de la Cruz (La Coruña, 1965; vive a Londra), che deforma telai e metalli. Nelle sue tele un po’ sghembe e nelle strutture in alluminio al limite dell’esplosione, il candore assoluto nasconde la violenza che contengono. Protuberanze, rigonfiamenti e deformità che ricordano quelle di corpi in disfacimento, attenuati dalla freddezza del metallo e dalla scelta del monocromo bianco.
Le crepe e le fessure lasciano intravedere l’interno, che rivela il vuoto e un equilibrio sul punto di cedere, per mantenere il quale l’intera struttura si adatta e reagisce, così come accade agli uomini. La mostra è, infatti, dedicata a un amico di Angela de la Cruz scomparso tragicamente nel 2012 e le opere diventano mimesi della condizione umana e delle vicende biografiche dell’artista.
Marta Cereda
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Marta Cereda
Marta Cereda (Busto Arsizio, 1986) è critica d’arte e curatrice. Dopo aver approfondito la gestione reticolare internazionale di musei regionali tra Stati Uniti e Francia, ha collaborato con musei, case d’asta e associazioni culturali milanesi. Dal 2011 scrive per Artribune.