La condizione dell’esilio costituisce la matrice comune alle ricerche di Sara Basta, Elena Bellantoni, Laura Cionci, Mariana Ferratto e Dunia Mauro, artiste nate tra il 1975 e il 1980 che muovono da questa componente per approdare ognuna alla propria cifra stilistica. L’indagine identitaria e l’assimilazione progressiva di stimoli provenienti da altre culture si combinano, di volta in volta, in una sintesi ricca di sfumature, “costringendo” le artiste a ricalibrare e ridefinire continuamente le proprie modalità espressive.
La scelta espositiva operata da Exodus appare evidentemente giocata sull’esigenza di ripercorrere e indagare le possibilità di interazioni e scambi culturali, le cui salienze si recuperano e si rielaborano in un continuo divenire, pervenendo a una molteplicità di esiti, capace di valicare ogni confine geografico, nell’ottica di una commistione che rispecchia, innanzitutto, la realtà globale di un mondo in continua espansione. D’altra parte, se la condizione di nomadismo culturale implica necessariamente il concetto di esilio (e talvolta anche quello di diaspora), si può decidere di valorizzarne l’aspetto positivo, volto a “stimolare la produzione di nuovi lavori e trarre così il meglio da questa condizione, scomoda eppure necessaria”, come scrive Emanuela Termine.
Giulia Andioni
Roma // fino al 13 aprile 2013
Exodus
a cura di Emanuela Termine
SALA 1
Piazza di Porta San Giovanni 10
067008691
[email protected]
www.salauno.com
Questo report costituisce l’esercitazione finale delle lezioni tenute da Artribune al LUISS Master of Art – creative.luiss.it/master/art/
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