Nessuna indagine psicologica. Nessuna ricerca antropologica. Solo pittura. È tutto quello di cui si nutre Philip Akkerman (Vaassen, 1957), che dal 1981 si dedica alla pratica dell’autoritratto, articolato in più di 3mila tavole, identiche nel formato, nella tecnica e nel punto di vista. Giorni, mesi, anni passati a dipingere alla maniera dei vecchi maestri. Rembrandt su tutti, che dell’autoritratto e dell’uso del chiaroscuro ha fatto una bandiera. Ora, a sette anni di distanza dal suo debutto in galleria, l’artista olandese offre una nuova selezione di 25 autoritratti a olio su masonite che nascono da una sottile declinazione della pittura nera, sperimentata in svariate densità e amalgama, in una brillante ricostruzione della storia della pittura dalle sue origini a oggi. Il soggetto è solo un pretesto per poter dipingere la pittura. Certo, con stili e tecniche diverse. Ma è pur sempre solo pittura.
Claudia Giraud
Torino // fino al 30 giugno 2013
Philip Akkerman – Black Matter
GUIDO COSTA PROJECTS
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