Le grandi pareti a moduli in carton-gesso che si propagano nei diversi piani espositivi si mostrano al visitatore ancora umide. La composizione enfatizza la precarietà della forma in sé; le tubature interne escono dalla materia e ne svelano la struttura. La lezione del Bauhaus permea le superfici bianche, sulle quali è stata tracciata una sorta di mappa topografica guardando Mondrian o Kandinskij: semplici linee che rimandano a un possibile luogo esterno. Al piano di sopra, dove Dominik Lang (Praga, 1980) ha dormito durante la creazione dell’opera, troviamo una scultura-modellino, appoggiata sopra al tavolo su cui l’artista ha creato ognuno dei 63 moduli di gesso. Una trasposizione tridimensionale del lavoro sintetico e verticale dei due piani sottostanti.
Alle pareti sfilano lavori che ancora non erano stati creati al momento dell’inaugurazione: studi geometrici con carta, elastici, chiodi e cerchi in metallo. Questi piccoli oggetti, come i moduli appoggiati alla parete del piano terra, sono sintomatici della natura dell’opera: uno studio sulla forma e la sua possibilità di mettersi in rapporto con lo spazio circostante.
Barbara Nardacchione
Roma // fino al 27 luglio 2013
Dominik Lang – Missing parts
a cura di Lýdia Pribišová
THE GALLERY APART
Via Francesco Negri 43
info@ thegalleryapart.it
www.thegalleryapart.it
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