LDPE (low density polyethelene) è ispirata al nome di un polimero termoplastico ricavato dal petrolio, sintetizzato negli Anni Trenta, con il quale sono realizzate molte delle costruzioni immortalate da Julian Faulhaber (Wurzburg, 1975, vive a Berlino): cantieri, studi televisivi, uffici, vialetti, facciate di edifici, centri commerciali. Interni ed esterni geometrici e dai colori sgargianti, appena costruiti e rigorosamente puliti e immacolati, non ancora intaccati dall’intervento dell’uomo.
Tutte le fotografie, sulle quali l’artista decide di non intervenire in postproduzione, sono stampate su alluminio e coperte da plexiglas opaco, che conferisce un effetto artificiale e surreale accentuato da quel senso di desolazione e alienazione che nasce dall’impossibilità di reperire qualsiasi traccia di presenza umana. Così Faulhaber, limitandosi a mostrare l’oggettività del reale-irreale, rimanda all’osservatore il compito di esprimere un giudizio sull’attuale cultura del consumo, alludendo metaforicamente a un mondo utopico (o distopico) preservato dall’usura e dalla mortalità.
Francesca Colaiocco
Roma // fino al 28 giugno 2013
Julian Faulhaber – LDPE
EXTRASPAZIO
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