Le Strade perdute di William Marc Zanghi (Wichita, 1972; vive a Palermo) sono strade di un disorientamento nuovo. L’allucinazione, stavolta, non concede indugi: si smorza l’ammiccamento della decorazione, cala il sipario del racconto, si confondono i capitoli delle storie; e i confini di ogni isola – geografica, cromatica, mentale – si spezzano. Liberando energia più vigorosa d’un tempo. È cresciuto, Zanghi. Lui e la sua pittura lucida, lisergica: praterie di microrganismi annegati nei rosa, nei blu, nei bianchi, nei verde marcio, nei violetto. Una pittura più matura, che si fa mappa e paesaggio inquadrato dall’alto, oltre la rappresentazione e la citazione, oltre il compiacimento del gioco. Territori liquidi, saturi, gonfi di pigmento e di luce. Straripati, liberati.
Le piccole teste che sbucano, sculture impalate o sotto vetro, appartengono invece al mondo fantasy-kitsch di sempre: tracce residue o sentinelle. Buffe, aliene, mostruose, balzate fuori da una storia. Quella di chi annega dentro sogni di smalto, di neve dissolta, di pioggia acida e di terra fertile; fra strade su cui perdersi e accelerare. Puntando al cuore della pittura.
Helga Marsala
Palermo // fino al 25 maggio 2013
William Marc Zanghi – Strade perdute
a cura di Lorenzo Bruni
RIZZUTOARTE
Via Monte Cuccio 30
[email protected]
www.rizzutoarte.com
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