Matriosche a Palazzo Collicola
Nuovo tris di mostre per Palazzo Collicola. Gastone Biggi, con i suoi studi sul segno, Carlo D’Orta, autore di un’interessante indagine sul paesaggio urbano contemporaneo, e Ciogli, con ardite sperimentazioni sullo spazio e sul suono. A Spoleto fino al 26 maggio.
Nel 1963 Palma Bucarelli scriveva: “…in Biggi, nel ripetersi meccanico di un segno continuo, si tradiscono come in un cardiogramma gl’impulsi incontrollati di un ritmo interno che nelle sue precedenti pitture provocava nel fitto tessuto di colature del colore zone improvvise di accumulo o di rarefazione, e un infinità di piccole smagliature…”. Su queste parole, ancor prima di visitare l’antologica di Gastone Biggi (Roma, 1925), i ricordi ritornano agli studi universitari, quando il fondatore del Gruppo Uno (1962) catturava l’interesse con le sue opere dove il punto, ripetitivo in ogni quadro, era la sintesi da cui poi tutto aveva origine. A Palazzo Collicola, il curatore Gianluca Marziani dispone con maestria le imponenti e grandiose tele, raccolte per tematiche in ordine temporale, partendo dagli anni Sessanta fino a oggi; supportandole con pannelli esplicativi che narrano in maniera dettagliata il percorso svolto dal maestro romano, e che riassumono perfettamente lo studio quasi viscerale del punto, sua “monade creativa”, partendo da un concetto primordiale per svilupparlo negli anni fino ad arrivare a duplicarlo, allungarlo, colorarlo, smembrarlo, per poi ricostruirlo.
Di grande interesse le ultime sale, dove è presentato il ciclo dedicato a New York, sintesi di sentimenti ed emozioni che Biggi ha raccolto nelle sue tele attraverso l’uso spesso estremo di colori vivi e pulsanti, che descrivono il fermento della metropoli, stracolma di “orrida bellezza”.
La Biologia dell’Inorganico è il titolo della mostra di Carlo D’Orta (Firenze, 1955), anche questa curata da Marziani, che occupa le ultime due sale del piano mostre: un’indagine fotografica del paesaggio urbano contemporaneo, suddivisa in tre macrotemi: Biocities, Re(finart) e S(composizioni). Interessante qui lo studio che parte dal ciclo evolutivo delle metropoli prese in esame, fino a focalizzare l’attenzione sul particolare. Notevoli le S(composizioni), dove l’artista agisce sulla foto per creare un clone scultoreo che attraverso l’uso di lastre frammenta l’immagine in molteplici varianti, reinterpretandole.
Quattro piccole e appartate sale accolgono invece l’indagine tra pittura, suono e colore dell’artista e compositore sperimentale Ciogli (Rieti, 1975), che dopo la Emmeotto di Roma approda a Palazzo Collicola con la mostra Nuova Memoria. Negli ambienti che ospitano le sue creazioni si è immersi nell’oscurità, e protagonisti diventano il segno grafico ricco di colore alle pareti ed i suoni ambientali apportati dagli stessi visitatori. Un viaggio tra suoni, colori e segni che parte da quadri monocromi animati dal sovrapporsi di linee collegate al movimento di una figura nello spazio: con la loro proiezione di un’opera legata direttamente ai suoni provocati dal visitatore, che diventa co-interprete dell’installazione determinandone gli esiti cromatici. Nella seconda sala, disegni alle pareti rappresentano il movimento di corpi, la cui proiezione è influenzata anche in questo caso dall’interazione audio-coloristica del visitatore. Si procede, e Ciogli arriva a rappresentare la tridimensionalità negli oggetti che si animano ancora con suoni/colori e movimento, per poi concludere con la scomparsa del quadro, del disegno e del volume che approdano a una sintesi luminosa.
La scommessa del curatore vince nel far coabitare tre artisti tanto diversi l’uno dall’altro, lasciando al visitatore un’esperienza che non segna cesure, mostrando esperienze lontane ma concatenate fra loro. Un po’ come matriosche.
Annalisa Fortini
Spoleto // fino al 26 maggio 2013
Gastone Biggi – Antologica
Carlo D’Orta – La Biologia dell’Inorganico
Ciogli – Nuova Memoria
PALAZZO COLLICOLA
Via Loreto Vittori 11
[email protected]
www.palazzocollicola.it
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