![Che ne è dell’arte? La BJCEM ad Ancona](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/06/111.jpg)
Fogli di carta attaccati alle pareti con nastro adesivo, buste di plastica chiuse in vetrinette, tavoli su cui sono appoggiati scritti vari e cartelline… Siamo forse passati dall’Arte Povera all’arte povera-povera, poverissima? In realtà Errors Allowed, la mostra realizzata per la Biennale dei Giovani Artisti, Mediterranea 16, fa parte di un progetto nato nel 1985 e promosso da un network internazionale che conta oltre 60 partner da tutti i Paesi del Mediterraneo.
Attraverso un bando, gli otto curatori hanno selezionato i 250 artisti, tutti giovanissimi e provenienti da una vasta area assai rappresentativa. L’occasione ha quindi le caratteristiche di internazionalità, professionalità e indipendenza tali da iniziare a porci alcune domande su quale è oggi il ruolo dell’artista e che cosa sarà in futuro l’arte.
La povertà nella realizzazione di gran parte delle opere, la trascuratezza nella scelta dei materiali e della forma, la mancanza stessa di una qualche estetica, anche nella loro impaginazione nel contesto esposizione, mette in mostra una prevalenza di opere concettuali, dove quasi del tutto è abbandonata la sperimentazione sui linguaggi da impiegare per raccontare l’emotività del presente, a favore di una estenuante ricerca di informazioni che fagocitano la ricerca stessa, dando spesso l’impressione del già visto.
Internet è quasi del tutto assente come linguaggio. Il video stesso non viene sperimentato, ma torna a essere usato per documentare progetti e idee. La funzione dell’artista in generale non sembra quella di creare nuovi mondi, anticipare visioni, ma principalmente conservare memorie. Gli artisti, seppure giovanissimi, sembrano proiettati più nel passato che nel futuro.
![Léna Durr, Francia, Teen age](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/06/161-480x360.jpg)
Léna Durr, Francia, Teen age
Spesso nelle opere gli artisti non raccontano l’Io ma la collettività, e quando pure lo fanno, le loro storie non sono storie di sentimenti individuali, ma, forse abituati a condividere emozioni sui social network, si rapportano con un paesaggio sociale, costruendo una nuova geografia emozionale.
La facilità con cui intrecciano espressioni diverse, quella del corpo, quella visiva e quella musicale, soprattutto, fanno intravedere una sorta di infedeltà al mezzo, che è in rapporto alla noncuranza nel modo di esprimersi. La pittura non esiste più. Esclusa anche la Urban Art, che pure tenta di raggiungere un pubblico diverso da quello del sistema dell’arte.
E il pubblico? Può entrare in questo sistema mentale senza una mediazione? Cosa può scegliere se non il già visto, in cui si può riconoscere? È forse solo un pubblico di creatori artisti che si rincorrono per festival? È un pubblico di cittadini che fanno parte del progetto-opera? Il pubblico oggi sembra incluso nell’opera.
Annalisa Filonzi
Ancona // fino al 7 luglio 2013
Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo – Mediterranea 16
a cura di Charlotte Bank, Alessandro Castiglioni, Nadira Laggoune, Delphine Leccas, Slobodne Veze/Loose Associations (Natasa Bodrozic, Ivana Mestrov), Marco Trulli e Claudio Zecchi
MOLE VANVITELLIANA
Banchina da Chio 28
[email protected]
www.bjcem.org
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