Faenza: da ceramica a scultura
Torna a Faenza il premio classe 1932 che incoronò Leoncillo, Melotti e Zauli, tra gli altri. E che quest'anno consacra Nero e Paivi Rinaniemi. Non senza dare l'opportunità al MIC di una mostra che racconta la ceramica contemporanea. Anzi no, la scultura. Fino al 22 settembre, il Premio Faenza.
81 anni e non sentirli. Arriva all’edizione numero 58 il Premio Faenza, che quest’anno celebra Nero, pseudonimo del faentino Alessandro Neretti, e la finlandese Paivi Rintaniemi (sezione over 40). Offrendo, inoltre, l’opportunità di cogliere in toto la trasformazione della ceramica da pratica artigiana a scultura. La norvegese Liv Brita Malnes – per citare solo alcuni dei 93 artisti provenienti da tutto il mondo – scompone, tra design e scultura, la forma base per la costruzione di un vaso in una sensualissima teoria di solidi geometrici che si oppone alla spirale sconvolgente di Zhao PingPing (Cina). L’italiana Chiara Camoni presenta il suo delicatissimo Sul perché in natura tutto avvolge a sinistra, declinazione in terracotta azzurra di una ricerca già avviata con i materiali più disparati, come le conchiglie e il ferro. I vincitori fanno quasi pendant, con l’inquietante scheletro di un uovo preistorico, prosciugato come gli Ossi di seppia invocati da Eugenio Montale, cui fa da contraltare la natura lussureggiante, in smalto corvino, ma decollata di Neretti. Mentre il Senza Titolo della britannica Jane King fa pensare a un pianeta Terra sconvolto da un’apocalisse ancora in fieri…
Santa Nastro
Faenza // fino al 22 settembre
58° Premio Faenza
a cura di Claudia Casali, Laura Borghi, Alessandra Latempergher, Marinella Paderni e Nico Stringa
MIC
Viale Baccarini 19
0546 697311 / 0546 697308
[email protected]
www.micfaenza.org
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