Sirous Namazi (Kerman, 1970; vive a Malmö) nel 2007 ha rappresentato la Svezia alla 52. Biennale di Venezia, dopo che l’artista ha lasciato l’Iran come rifugiato politico. Lo ritroviamo in Italia per la sua prima personale a Roma, da Erica Fiorentini.
Il pavimento della sala principale è allestito con un container verde che a prima vista ricorda un prato, un tappeto o – perché no? – una croce. In realtà la superficie (Container II) rappresenta un tema chiave di Namazi: un secchio dell’immondizia ripensato e riadattato ad altro utilizzo. L’artista si serve infatti di oggetti estratti dalla realtà di tutti i giorni: li reinventa, li rielabora dando loro una nuova vita e un nuovo modo di esistere. Il processo artistico dell’iraniano non si limita a ricollocare oggetti – è la pratica del ready made – ma li fa passare a un altro livello della catena produttiva: l’oggetto si ricrea, sottolineando così il concetto che, in un mondo assillato dal mito del progresso, i materiali di riciclo possono aiutare a costruire le basi di nuove forme, come la serie di sculture assemblate con l’incollaggio di oggetti in ceramica danneggiati ( Patterns of Failure).
Valentina Gasperini
Roma // fino al 16 luglio 2013
Sirous Nazami
ERICA FIORENTINI
Via Margutta, 17
06 3219968
[email protected]
www.ericafiorentini.it
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