Nel bel mezzo della campagna umbra, tra ulivi, cipressi e campi di grano, piomba quasi all’improvviso una collettiva di arte contemporanea. Se somiglia all’incipit di una storia, sarà perché il contesto è imbevuto di narrazioni e passato. Il Castello Corsini di Sismano, vicino a Todi, fu residenza diversi secoli fa dei pontefici Bonifacio VIII e Clemente XII. Oggi una parte del castello è la casa di Ginevra Sanminiatelli, marchesa Bruti Liberati, un’altra fetta accoglie un agriturismo e il ristorante I due Papi. E questa estate l’ex granaio si è trasformato in un grande spazio ospitante le opere di sette artisti in via di affermazione, il tutto curato da Luca Tomio e con la collaborazione delle gallerie L’Attico di Roma e Toselli di Milano.
La mostra Per un’arte fluida non propone una tematica evidente; anzi gli autori coinvolti sono di diversa estrazione, geografica quanto artistica. Ma ciò che conta è l’arrivo. I locali sono molto alti: l’ingresso dà su un ambiente profondo, dove trovano spazio il piccolo bronzo e la grande tela di Seboo Migone, un trittico rosso e le carte di Angelo Formica, una spigolosa scultura d’abete di Luigi Puxeddu – più alcuni suoi dipinti – e i quadri pacati di Alfredo Rapetti Mogol. All’imbocco della seconda stanza, suddivisa in due, emerge l’avvolgente, chiaroscura installazione di Alessandro Cannistrà, mentre sulle pareti di fianco si situano le tele di Fabrizio Braghieri e i disegni eterei di Fosco Valentini.
Perché la necessità di concentrare un’arte cosiddetta fluida? Ovvero compagna del movimento: fluido è ciò che non sa rimanere immobile ma sfugge, o assume la forma del recipiente che lo contiene, in questo caso il nostro tempo. L’insieme delle opere presenti al Castello Corsini prova a offrire alcune risposte. I due ambienti sembrano completarsi a vicenda nel distribuire toni e sensazioni: se all’inizio della visita i colori caldi o densi di Migone e Formica richiedono un’attenzione viva, il digrignante lupo di Puxeddu arriva come un pugno allo stomaco. Dall’altra parte della parete l’atmosfera si fa invece più riflessiva e trasognante, luci e ombre interagiscono con le opere, percorrendo Piume di un Dio oltre casa di Cannistrà in profondità, mentre i personaggi di Braghieri, dettati rigorosamente dalla mano sinistra e dal buio, assumono espressioni insospettate.
Quel che può unire questi artisti non è allora il fatto di ruotare intorno alle stesse tematiche, e non deve esserlo, quanto la comune capacità di toccare. Un tocco simile. Probabilmente coloro che meglio fluiscono sono i più giovani del gruppo, e questo lascia ben sperare per il futuro di una certa arte italiana.
Lucia Grassiccia
Avigliano Umbro // fino al 20 agosto 2013
Per un’arte fluida
a cura di Luca Tomio
CASTELLO CORSINI DI SISMANO
Borgo Corsini 12
0744 933416
[email protected]
www.sismano.com
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