New York, l’impero dell’arte
Più che tracciare un quadro delle prospettive future, la mostra “Empire State”, allestita al piano terra del Palazzo delle Esposizioni, descrive una situazione da tempo assodata: New York è il centro dell’arte contemporanea e gli Stati Uniti sono al comando di un impero non solo economico, ma anche culturale. C’è tempo fino al 21 luglio per verificare l’assunto.
![New York, l’impero dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/47-1024x683.jpg)
Se lo scopo perseguito dai due curator-star Alex Gartenfeld e Norman Rosenthal era rappresentare la Grande Mela come la nuova Roma, mecca settecentesca degli artisti del Grand Tour, sarebbe stato il caso di eliminare i nomi ormai “storicizzati” come Dan Graham e Jeff Koons dalla lista dei 25 prescelti e concentrarsi sul reale fermento che spinge tantissimi giovani artisti da tutto il mondo a scegliere New York come meta di arricchimento personale e professionale.
Il titolo dato alla collettiva, Empire State, si riferisce tanto alla canzone dedicata alla città da Jay-Z e Alicia Keys quanto alla capacità degli artisti di re-immaginare e reinterpretare la vita urbana. Tema esplorato in maniera davvero convincente solo da alcuni di loro: Keith Edmier reinventa la forma architettonica del ciborio in un omaggio site specific al Palaexpo e alle città di Roma e New York; La Toya Ruby Frazier usa semplicemente il medium fotografico, rendendo evidente che la visione più diretta è a volte anche la più ricca di senso; Moyra Davey inserisce l’elemento urbano – tramite un palazzo filmato all’alba – in un progetto organico di narrazione della sua vita intrecciata a quella della scrittrice Mary Shelley.
![Jeff Koons, Metallic Venus, 2010-2012 - The Collection of the artist - photo © Alfredo Cacciani](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/115-480x719.jpg)
Jeff Koons, Metallic Venus, 2010-2012 – The Collection of the artist – photo © Alfredo Cacciani
Dalla mostra emerge una genealogia di artisti. Dovendo confrontarsi con un mondo dell’arte, che assume sempre più una dimensione imprenditoriale e si espande a livello globale, gli artisti stanno attivando una serie di reti in perenne movimento: relazioni, collaborazioni e scambi che vanno al di là delle barriere imposte dalla generazione, dal genere, dall’ottica o dalla tecnica individuale. Così, R. H. Quaytman propone una nuova selezione dei suoi ritratti di artisti newyorchesi, espressione visiva dell’atto del lavorare in rete e dell’invisibile disegno tracciato dal potere e dallo scambio. La mostra presenta inoltre – per la prima volta in un contesto internazionale – l’opera di Tabor Robak, la cui arte circola principalmente in Rete, e che qui propone un lavoro dedicato al cibo, reperibile a New York a qualsiasi ora e di qualunque tipo e nazionalità.
Inoltre, l’arte contemporanea rinnova anche la sua funzione di strumento di riflessione sulla pervasività dei media nelle città moderne, rendendo New York metonimia della situazione mondiale.
Chiara Ciolfi
Roma // fino al 21 luglio 2013
Empire State. Arte a New York oggi.
a cura di Alex Gartenfeld e Norman Rosenthal
Catalogo Skira
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Via Nazionale 194
06 489411
www.palazzoesposizioni.it
![173 New York, l’impero dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/173-768x512.jpg)
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![510 New York, l’impero dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/510-768x1152.jpg)
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![29 New York, l’impero dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/29-768x512.jpg)
![38 New York, l’impero dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/07/38-768x1152.jpg)
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