Il progetto curato da Karin Zimmer, che raccoglie opere di artisti austriaci nati tra gli Anni Cinquanta e Ottanta, è in primo luogo una ricognizione generazionale dal taglio fortemente ufficializzato. Quasi tutte le opere, infatti, fanno parte della collezione d’arte del Governo Federale Austriaco, mentre la realizzazione della mostra è sostenuta direttamente dal Ministero per l’Istruzione, l’Arte e la Cultura.
Date per acquisite queste premesse, Desiring the real supera ogni pastoia politica (che si potrebbe limitare semmai alla sola scelta degli artisti) e punta direttamente a un argomento di carattere pressoché ontologico: la realtà, intesa come commistione di naturale esistenza e umana progettazione. Prima di arrivare in Alto Adige, la mostra ha già girato Messico, Cuba e Croazia, e proseguirà il suo percorso verso est (Francia, Turchia, Russia).
Al primo piano di Kunst Meran/o Arte, dodici artisti propongono le loro personali riflessioni (solitamente corrosive e destabilizzanti) sullo statuto del reale. Catrin Bolt prende di mira cliché e aspettative percettive (con una strizzata d’occhio alla retorica dei movimenti studenteschi), come anche Bele Marx & Gilles Mussard. Un certo impegno nelle problematiche sociali emerge dai lavori di Adriana Czernin, di Maria Hahnenkamp (sull’identità femminile) e di Hannes Zebedin (sul versante politico). Il problema della percezione è affrontato da Ulrike Königshofer e (su un piano più astratto) anche da Siggi Hofer, mentre Margherita Spiluttini e Michael Goldgruber riflettono su visione/costruzione del paesaggio. Esther Stocker lavora su una spazialità più idealizzata, mentre Josef Dabernig unisce quest’ultima alle relazioni umane, nell’enigmatico cortometraggio Hotel Roccalba.
Più complessa la parte del progetto ospitata al Museion di Bolzano. Nel mese di luglio, sulla facciata mediale, è proiettato il video Decomposition di Rainer Gamsjäger, un flusso di pixel e informazioni che – dietro la superficie della percezione – descrive le forme di un teschio. Nella project room, una scarnificazione ben diversa è quella operata da Judith Fegerl che, nel palesare le strutture portanti del complesso architettonico, gli conferisce una sorprendente caratteristica “organica”. A partire da agosto è subentrata la documentazione della performance di Leopold Kessler: una forchetta di sei metri innalzata sulle vette dello Sciliar, ironico monumento alla società dei consumi, pronta a scalate tanto finanziarie quanto alpinistiche.
Simone Rebora
Merano // fino all’8 settembre 2013
Desiring the real. Austria contemporary
a cura di Karin Zimmer
KUNST MERAN/O ARTE
Via Portici 163
0473 212643
[email protected]
www.kunstmeranoarte.org
Bolzano // fino al 22 settembre 2013
Desiring the real. Austria contemporary
a cura di Karin Zimmer
MUSEION
Via Dante 6
0471 223413
[email protected]
www.museion.it
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