L’arte delle regole. Dolomiti Contemporanee a Cortina
Nell’azzeccato palcoscenico del Museo Paleontologico Rinaldo Zardini di Cortina, crocevia di epoche e tradizioni montane, un viaggio alla riscoperta delle proprie radici. “La cura dello sguardo” è un mostra fino al 24 settembre, nell’ambito del progetto “Dolomiti Contemporanee”.
La poliedricità delle opere esposte ne La cura dello sguardo, in cui ambiente e cultura si fondono in un connubio perfetto, si focalizza sul rapporto tra uomo e territorio, conciliando sapientemente tradizione e modernità.
La natura, che costituisce il punto di partenza del percorso proposto, viene evocata non soltanto come fonte di vita (Gabriele Grones, Shrimps), ma anche di ispirazione artistica (Porcelaine e Meat). Shrimps, richiamandosi all’origine oceanica delle Dolomiti, porta a riflettere sulla complementarietà fra terra e mare, due forze naturali che da sempre determinano la vita dell’uomo. La loro presenza caratterizza anche la dirompente idea di Elena Mazzi, che costruendo un ponte ideale tra passato e presente ha consegnato alle antiche famiglie di regolieri i fossili del Museo Paleontologico, testimonianza della genesi del territorio natio, per farli entrare nella quotidianità delle loro mura domestiche. Tale convivenza è stata documentata dalle foto scattate dagli stessi ospitanti, che sono state successivamente trasformate dall’artista in curiose cartoline.
Non manca poi uno sguardo attento verso l’avvenire, racchiuso nei lavori esposti da Maria Francesca Tassi. I suoi singolari fossili provenienti dal futuro pongono l’accento sulla caducità del genere umano, destinato a lasciare soltanto poche e incerte tracce del suo passaggio sulla Terra, mentre l’interessante Prehistorica simboleggia un avvertimento affinché l’uomo contemporaneo non dimentichi il passato e non insegua il progresso tecnologico a discapito del proprio patrimonio storico, culturale e ambientale e dunque della sua stessa identità. La riflessione sull’importanza della conservazione delle proprie radici è anche alla base della rappresentazione di Valentina Merzi, che con i suoi “telai interattivi” (Linneo) porta il visitatore a toccare con mano una delle tradizioni ampezzane, quella del cucito. ll contributo dell’americana Patte Loper infine rappresenta una perfetta sintesi dell’esposizione, in quanto le sue animazioni spiazzano positivamente il visitatore e lo conducono a interrogarsi criticamente sulle molteplici e profonde tematiche trattate.
La cura dello sguardo non ha alcuna controindicazione ma soltanto effetti benefici che ci permettono di liberarci dagli stereotipi e dalla strisciante omologazione in atto per riappropriarci della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità.
Roberto De Paoli
Cortina d’Ampezzo // fino al 24 settembre 2013
La cura dello sguardo
a cura di Gianluca D’Incà Levis ed Elisa Decet
MUSEO PALEONTOLOGICO
Via dei Marangoni 1
0436 875502
[email protected]
http://www.dolomiticontemporanee.net/
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