L’astrazione in scultura. L’esempio di Antoine Poncet
Il confronto tra l'artista e la forma dura tutta una vita. A volte i segni emergono come una ferita, altre vengono trascesi nella purezza dell'opera finita. La seconda via è quella di Antoine Poncet, uno dei padri dell'astrattismo scultoreo francese. In mostra a Carrara fino all'8 settembre.
Il particolare astrattismo originato dal Novecento ha trovato in fase di analisi varie motivazioni, soprattutto la ricerca di autonomia dalle esigenze di mimesi, derivata anche dal confronto con le riproduzioni tecniche, e il successivo desiderio di ri-fondazione per un linguaggio brutalizzato, se non addirittura inaridito di ogni senso dalle barbarie belliche. Molto meno però è stato riflettuto sull’andamento complessivo di questa esperienza artistica, quasi che, considerando ogni singola espressione astratta come elemento a sé stante e non come parte di un processo, all’assenza di rappresentazioni riconoscibili fosse corrisposta un’impossibilità prospettica.
Perciò risulta assai interessante il ricorso alla formula “aureo equilibrio” per quanto avvenne in pittura e scultura, come conseguenza delle precedenti sperimentazioni d’avanguardia, dalla metà del secolo scorso circa, e nello specifico in riferimento ad Antoine Poncet (Parigi, 1928): poiché proprio a lui è dedicata la mostra carrarese tra il Centro Arti Plastiche e Piazza XXVII aprile, ideata e curata da Francesca Alix Nicoli. Nipote di Maurice Denis, collaboratore di Jean Arp, invitato alla Biennale di Venezia già nel 1956, presidente nel 2009 dell’Académie des Beaux-Arts, Poncet è tra i “maestri” che hanno in effetti contribuito a liberare l’astrazione scultorea da ogni connotazione episodica, scoprendo, in ciò che per molti altri era divenuto mero cliché formale, una tensione inesauribile verso l’assoluto.
La serie proposta di opere appartenenti a periodi differenti, alcune derivate da gestazioni assai lunghe – tra le altre: Fugue Lacustre, La Hulpeuse, Épurée, L’Envol – dimostrano nella grande e nella piccola dimensione, tramite le superfici levigatissime del marmo e quelle ruvide dei bozzi in gesso, forti eleganza formale e tensione alla spiritualità. All’interno di una ricerca coerente – le testimonianze sull’artista si accordano sul ritratto di una persona saggia e umile – le sculture riescono a suscitare stati emotivi da minime variazioni materiche e luminose. In questo livello assai alto, anche se non rivoluzionario né sconvolgente, l’astrazione si avvicina davvero alla classicità.
Altra nota fondamentale, che del resto vale quasi sempre per la città di Carrara, è il rapporto di collaborazione indispensabile tra Poncet e le maestranze locali, in questo caso gli Studi Nicoli (che vantano collaborazioni con Bourgeois, Sironi, De Dominicis, Morris, Calatrava, per citarne alcuni). I diari scritti dallo scultore francese in età giovanile non lasciano dubbi a proposito: “Nel cuore di questa regione la Capitale. Carrara!”, piuttosto che “Scoprire i celebri artigiani italiani che hanno educato ondate di compagni artisti arrivati dal mondo intero, sodali pieni di genio trasmessi dai loro antenati, è ciò che desidero presto scoprire, impaziente: questa ricchezza mi manca e desidero farne tesoro!”.
Matteo Innocenti
Carrara // fino all’8 settembre 2013
Antoine Poncet – Aureo equilibrio nell’astrattismo internazionale
a cura di Francesca Alix Nicoli
CAP – CENTRO ARTI PLASTICHE
Piazza XXVII aprile
www.marbleweeks.it
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