Le architetture emozionali di Wim Starkenburg
Per l’olandese Wim Starkenburg, la forma architettonica esprime sentimenti. “Come quando entri in una chiesa e ti senti piccolo”. È il tema che accomuna i murales, reali o immaginari, e i disegni dell’ex assistente di Sol LeWitt. In mostra alla Galleria Van Der di Torino, fino al 12 ottobre.
Non importa dove, come, quando. Conta l’idea. Non serve sapere se quel murale è stato effettivamente realizzato o solo immaginato, perché fisicamente “non si può arrivare in ogni luogo”, come confida Wim Starkenburg (Gieterveen, 1947), artista olandese, da oltre trent’anni esecutore materiale di molti tra i lavori del padre dell’arte concettuale Sol LeWitt e alla sua prima personale in Italia. Così non è ben chiaro se le foto documentino interventi reali o siano esse stesse frutto delle manipolazioni digitali dell’autore, che lavora anche con la fotografia. Poi ci sono i disegni della sua produzione più recente, fatti con materiali semplici come il pastello, la grafite, l’inchiostro e la carta, che sono diventati anche un libro d’artista, a cura di Print About Me. Infine, un wall drawing su una parete della galleria. Il tema è sempre quello dello spazio architettonico, che l’artista indaga con fare empatico.
Claudia Giraud
Torino // fino al 12 ottobre 2013
Wim Starkenburg – Faces Places Spaces
VAN DER
Via Giulia di Barolo 13c
011 6983283
[email protected]
www.vandergallery.com
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