Nelle stanze della Galleria Caterina Tognon, tempo e spazio divengono nozioni indefinite grazie alle opere di Francisco Tropa (Lisbona, 1968): dal mondo delle idee, il concetto di Terra diviene poliedro evocante antiche cosmologie. Platone nel Timeo ipotizza una formazione del mondo fisico fondata sulle corrispondenze simboliche tra gli elementi dell’universo e delle forme geometriche. La Terra viene incarnata nel cubo per il suo carattere immobile e fisso; si tratta di pura astrazione, un gioco intellettivo che sfrutta la metafora per disegnare una visione.
Per materializzare la sua, Tropa sceglie principalmente il vetro, sostanza polimorfa in grado di mutare alla diversa interazione di fuoco e aria. Crea così sculture cubiche attraverso la composizione di lastre vitree poggiate su supporti in legno, ma anche strutture in ottone e canne di vetro multicolore. Interpreta poi le tavole della Topografia Cristiana di Cosma Indicopleuste (VI sec.) proponendo, in una serie di serigrafie apposte alle pareti, l’immagine di una Terra ridotta a elementi essenziali. Gioca con l’assonometria presentando due sculture cubiche sospese nell’aria che illudono la percezione ottica. Infine, una rielaborazione personale della descrizione dantesca di Terra porta alla proiezione, attraverso agata e vetro, di Inferno e Purgatorio.
Amalia Nangeroni
Venezia // fino al 24 novembre 2013
Francisco Tropa – Terra Platonica
a cura di Simone Menegoi
CATERINA TOGNON
Campo San Maurizio
041 5207859
[email protected]
www.caterinatognon.com
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