Gli universi animali di Nathalie Djurberg e Hans Berg
Fino al 10 novembre nella Kunsthalle Taidehalli di Helsinki è allestita la prima mostra finlandese del duo svedese formato da Nathalie Djurberg e Hans Berg. I due artisti sono noti al pubblico italiano grazie alla loro partecipazione alla Biennale di Venezia del 2009, coronata dal Leone d’argento alla Djurberg.
Il percorso della mostra parte dai lavori più recenti, datati 2013, e risale indietro fino al 2008. Sono video realizzati da Nathalie Djurberg con pupazzi di plastilina in claymation, accompagnati dalle musiche elettroniche composte ad hoc da Hans Berg. I due artisti, entrambi classe 1978, hanno trovato il giusto accordo per creare mondi surreali, sotterranei, sinistri e lussureggianti insieme. Nelle ultime opere sembrano sperimentare nuovi modi di fruizione dei video, come nel caso di The Black Pot (2013), una stanza-cubo all’interno della quale forme colorate si muovono come cellule primigenie al microscopio; oppure come in Igloo (2013), in cui gli elementi dell’alfabeto della Djurberg si animano in uno schermo posto sul fondo di un contenitore per gelati su un apposito tavolo.
Di particolare effetto l’installazione A World of Glass (2011), dove al centro della sala campeggiano lunghi tavoli neri coperti di sculture di vetro, all’apparenza ninnoli, ma in realtà sculture fatte di pezzi riattaccati, ricostruiti, come recuperati da una caduta, un incidente. In questo museo di cristallo sono proiettati due video: Didn’t you know tha I am made of butter? e My Body is a House of Glass. Nel primo lavoro una donna si avvicina a un toro, sembra volerlo studiare, toccare. Si inchina, lo accarezza finché l’animale comincia a leccarla. Lei, fatta di burro, cerca di fermarlo mentre lentamente scompare. Nel secondo, una donna è seduta a un tavolino, in una casa di vetro, circondata da animali. Inavvertitamente un piede le finisce dentro una tagliola, e la donna sviene dal dolore. Un lupo, leccandole la ferita, finisce per mangiarle l’arto. Le donne protagoniste dei video della Djurberg, sono così, vagano in una “waste land” alla ricerca di qualcosa di cui avvertono la presenza, circondate dalla durezza e dalla freddezza di uno spazio di cristallo che la musica di Berg aiuta a immaginare, quasi a sentire sulla pelle. In questa foresta tropicale di plastilina colorata, di pupazzi plasmati con cruda vivacità, dai sessi esagerati, tanta carnalità si scontra con la violenza di un mondo tagliente, anaffettivo, concludendosi sempre con la morte della protagonista, sempre per mano, bocca, lingua o denti, di animali. Le donne della Djurberg sembrano domandarsi, come ha scritto Massimiliano Gioni su Parkett, “perché vivo in un corpo umano, se i miei istinti e i miei desideri sono così animali?”. Un universo in cui gli esseri viventi sono come piante carnivore, che alla fine si divorano tra loro.
Nella sala video del museo è allestito invece l’ultimo lavoro di Lauri Astala, Transit, una lunga ripresa aerea dei grattacieli di New York accompagnata dal suono metallico di voci (astronauti? alieni?) che sembrano volersi arrischiare alla scoperta del nostro pianeta.
Stella Bottai
Helsinki // fino al 10 novembre 2013
Nathalie Djurberg & Hans Berg
TAIDEHALLI
Nervanderinkatu 3
+358 (9) 4542060
[email protected]
www.taidehalli.fi
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