L’occhio guarda il mondo, vede ciò che manca al mondo per essere quadro, e viceversa. Ma se è vero che non esiste visione senza pensiero, pensare non sempre può farci credere di osservare con autenticità: la visione resta comunque un pensiero condizionato, nasce di riflesso a quello che accade nel corpo, ed è proprio da esso che viene stimolata. È il corpo, e non l’occhio dunque, a vedere “responsabilmente”? La pensa così, Paolo Masi (Firenze, 1933). Ed è quanto di più istruttivo si possa trarre visitandone la personale fiorentina, una panoramica della produzione dalla fine degli Anni Cinquanta a oggi: dai cicli storici ai plexiglas, fino alle recenti installazioni. Non quadri, ma esiti di azioni, fisiche e corporee. D’altronde, la natura è al nostro interno. E la pittura, anche quando sembra strenuamente distaccarsene, non celebra mai altro enigma se non quello, puro e semplice, della visibilità.
Sarah Venturini
Firenze // fino al 26 ottobre 2013
Paolo Masi – La responsabilità dell’occhio
a cura di Flaminio Gualdoni
FRITTELLI
Via Val di Marina 15
055 410153
[email protected]
www.frittelliarte.it
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