Bonalumi. Una retrospettiva postuma, suo malgrado
Robilant + Voena, Londra - fino al 15 novembre 2013. Le opere di Agostino Bonalumi rivivono una nuova contemporaneità e vitalità negli elegantissimi e silenziosi spazi della galleria di Dover Street. Triste pensare quanto una mostra così fortemente voluta e capace di far rivivere anni fondamentali per la produzione artistica del nostro Paese non abbia visto la presenza dello stesso artista, venuto a mancare a pochi giorni dall’opening.
La mostra di Londra riflette sul periodo di massima creatività di Agostino Bonalumi (Vimercate, 1935-2013) dal 1958 al 1976, in quell’incredibile dinamismo del dopoguerra che ha visto protagonisti Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani.
La volontà di andare al di là dell’Informale, attraverso una ricerca della tridimensionalità e l’ossessione della materia, è visibile già dalle sue prima opere. Parlando della sua carriera nell’intervista con la curatrice Francesca Pola, Bonalumi dice: “Il mio lavoro non è mai stato un assecondare un gusto per la materia fine a se stesso, ma un interesse attivo per i materiali, anzi, per l’intelligenza dei materiali”.
L’approccio metodologico è, indubbiamente, la chiave del suo lavoro: ogni opera è pensata per essere di un certo colore, ed è come se il colore scegliesse l’opera e solo in un secondo momento il materiale e l’opera diventano parte attiva del processo. L’artista diventa l’operatore plastico all’interno del processo, come lui stesso amava definirsi, e attraverso l’uso accorto del volume riesce a dare forma a tridimensionalità inaspettate attraverso un lavoro artigianale.
La mostra è ricchissima, molti i prestiti pubblici e privati tra cui la ricostruzione, per la prima volta fuori dalla sua originale collocazione, di Blu abitabile esposta a Foligno nel 1967 e qui accompagnata da tutti i disegni preparatori.
Bonalumi partecipa a varie Biennali, ma sarà quella del 1966 che lo porterà a conoscere il gallerista newyorkese Bonino, che organizzerà subito una monografica nella Grande Mela. A seguito del grande successo tra i collezionisti delle sue opere, Rockefeller e i Weil in primis, decide per un lungo soggiorno americano, fondamentale per l’evoluzione della sua opera e per la scoperta di nuovi materiali come l’elasticità e la luminosità del ciré, il vetroresina e lo skai.
Da segnalare che la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira/Rizzoli con testi dello stesso artista, della curatrice Francesca Pola e di Carlos Basualdo.
Barbara Martorelli
Londra // fino al 15 novembre 2013
Agostino Bonalumi – All the Shapes of Space, 1958-1976
a cura di Francesca Pola
Catalogo Skira/Rizzoli
ROBILANT + VOENA
38 Dover Street
+44 (0)207 4091540
[email protected]
www.robilantvoena.com
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