Le tele putrefatte di Fredrik Værslev e i poster di Lucie Stahl
Giò Marconi, Milano - fino al 9 novembre 2013. Fredrik Værslev con “Choppy Times” e Lucie Stahl con “Chinese Medicine” si dividono la scena nella galleria di via Tadino. Muffe ormai debellate e immagini da manifesti agitprop.
Non hanno punti di contatto le due personali presentate da Giò Marconi e sarebbe una forzatura cercare di rintracciarne. Fredrik Værslev (Moss, 1979; vive a Drøbak e Vestfossen) infatti lascia che siano lo scorrere del tempo e le muffe a lavorare per lui: con un procedimento rigoroso prepara le tele con imprimatura e pigmenti, poi le arrotola e le lascia all’aperto per quasi un anno. Quando vengono srotolate – e trattate con funghicidi – le superfici rivelano una scansione ritmica e il monocromo ha i segni della decomposizione.
Poco distante, Lucie Stahl (Berlino, 1977; vive a Vienna) usa per le sue opere oggetti di consumo e riviste, trasformati in icone grazie al passaggio su uno scanner che ne rileva le forme, stampate e ricoperte da uno strato di poliuretano. Se da un lato l’effetto lucido della plastica rende simboliche le immagini rappresentate, dall’altro crea un filtro che diminuisce il coinvolgimento dell’osservatore.
Marta Cereda
Milano // fino al 9 novembre 2013
Fredrik Værslev – Choppy Times
Lucie Stahl – Chinese Medicine
GIÒ MARCONI
Via Tadino 15
02 29404373
[email protected]
www.giomarconi.com
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