Sam Durant, l’anarchico
Centro Arti Plastiche, Carrara - fino al 2 dicembre 2013. Sam Durant soggiorna a Carrara e viene naturalmente investito dalla carica utopica del movimento anarchico del secolo scorso. E così ne ritrae i protagonisti col marmo, creando un cortocircuito tutto da pensare e interpretare.
In tempi di crisi, economiche e non solo, il termine ‘azione’ sembra sempre più ridotto al titolo da giocare in borsa, assieme ai tanto decantati ideali, precipitati nello spread delle illusioni mancate. E pensare che per secoli sono stati proprio quelli a subordinare il corso degli eventi. O, perlomeno, ci hanno provato.
Sam Durant (Seattle, 1961; vive a Los Angeles) è tra i pochi che nel potere edificante dell’ideale-che-si-fa-azione dimostra di continuare a crederci: al punto da porvi l’accento, forgiando dal marmo una concreta e tangibile storia del (f)atto, una Propaganda of the Deed, raccontata a colpi di scalpello, volta a ricordarci come eravamo, avremmo dovuto essere e, forse, dovremmo tornare a essere oggi.
Impegnato da sempre a dar voce alle marginalità del nostro vissuto, celebrandone le dignità perdute, lo scultore americano sceglie di riferirsi, ancora, ai suoi più illustri falliti. E, ispirato dalla permanenza a Carrara, attinge a questo suo mondo di antieroi caduti in disgrazia, vinti, potenzialmente vittoriosi, dedicandosi ai fautori del movimento anarchico di inizio Novecento, che qui aveva mosso i primi passi. Con solerte dovizia artigiana, da quelle cave, motore stesso del conflitto, plasma i giovani volti dei ribelli/simbolo del movimento, uomini che la lotta l’hanno vissuta sulla propria pelle, e sulle spalle se ne sono addossati il marmoreo carico di responsabilità. Li ritrae in candidi busti monumentali, lasciandoli però non finiti ed esponendoli dinanzi a corvine bandiere listate a lutto, accanto a fedeli repliche di contenitori esplosivi, incise di citazioni.
Ma se l’uso di un referente dal sapore classicistico richiama subito la realtà di sfruttamento del contesto, la contraddizione è dietro l’angolo: malgrado l’incompiutezza, il linguaggio adottato rimane aulico e anti-anarchico per eccellenza. Un ricercato paradosso, che tradisce una sottile verità: in fondo, qual è mai l’inevitabile conseguenza del compiersi di ogni utopia, se non la sua mancata realizzazione? È così che ogni tentativo di riscattare la parte sconfitta finisce per configurarsi come un riaffermare la sconfitta stessa, perché già edificare una barriera corrisponde di per sé a realizzare una profezia di autodistruzione. D’altronde, siamo noi i primi a riprodurre il sistema sociale partecipando, vittime o carnefici, alle convenzioni. E per affermarci come individui non resta che ribellarci proprio contro noi stessi. Sperando di tornare presto a giocarcele, le azioni. Sì, ma nella vita.
Sarah Venturini
Carrara // fino al 2 dicembre 2013
Sam Durant – Propaganda of the Deed. I Protagonisti dell’Azione Anarchica
a cura di Federica Forti
CAP – CENTRO ARTI PLASTICHE
Via Canal Del Rio
0585 779681
[email protected]
www.database-carrara.com
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