Le sculture di Agne Raceviciute (Klaipeda, 1988; vive a Milano e Venezia) sorvegliano dall’alto come spettri l’umano troppo umano di Urs Lüthi (Kriens, 1947), frapponendosi al lungo canto misterico che da sempre accompagna il corpo dell’artista svizzero. Le verticalità dei Conclave di Raceviciute creano spazi negativi di grande imponenza le cui ombre s’incarnano nelle sculture di Lüthi (Territories) svolte invece per piani orizzontali. Nelle fotografie i corpi sconvolgono la staticità degli ambienti in un gioco ai limiti dell’innocenza.
Nel passato venivano chiamate scrupola le piccole pietre che misuravano il peso ad once, poi gli scrupoli sono diventati sassolini aguzzi che graffiano le marmoree pareti della morale. Il teatro d’ombre di Lüthi e Raceviciute apre il sipario sullo scrupolo dell’artista: gli spiriti hanno ancora accesso alle opere d’arte? O gravano su esse come eterni esclusi?
Sofia Silva
Milano // fino al 23 novembre 2013
Urs Lüthi / Agne Raceviciute
a cura di Simone Frangi
VIAFARINI DOCVA
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