Ar/ge kunst si veste di sedie
ar/ge kunst, Bolzano - fino all’11 gennaio 2014. Scuola, paesaggio, corpo. I tre temi che vedranno lo spazio altoatesino rimettere in discussione se stessa come istituzione. Si parte dalla sedia, per estendere la galleria a spazio di lettura, dialogo, scambio e produzione.
L’istituzione ripensa se stessa. Lo spazio della galleria si trasforma ospitando sulle sue pareti opere quasi fossero pagine di libri. Lo statement-prologo del nuovo direttore Emanuele Guidi si divide in due. A far da collante tra Part One e Part Two è l’idea di libro d’artista. Le parole, il testo divengono mezzi per esprimere la resistenza politico-culturale e per riconsiderare la galleria come istituzione. Se nella prima parte veniva messa a punto una stazione editoriale auto-gestita, in La Mia Scuola di Architettura il ripensamento della formazione e delle istituzioni in cui essa avviene riparte dal paesaggio. Il titolo del lavoro di Gianni Pettena, La Mia Scuola di Architettura appunto, è preso in prestito per legare due concetti che interesseranno lo sviluppo della programmazione di ar/ge kunst: scuola e paesaggio.
La serie di fotografie delle vette delle Dolomiti di Pettena va letta in relazione al titolo che Guidi spiega così: “Approccio concettuale, quello di caricare politicamente un paesaggio, ‘La Mia Scuola di Architettura’ è un titolo che espande il concetto di paesaggio stesso e d’altra parte è in grado anche di espandere il concetto di scuola, di liberarlo”.
Presente in mostra il celebre Vestirsi di Sedie. Lo studente che si veste della propria sedia, gira attraverso la città, riconfigura lo spazio e allo stesso tempo si forma in e con esso. Ancora la sedia appare come modulo in Mutant Matters (2013) di Lorenzo Sandoval & S.T.I.F.F, struttura che da libreria display nella prima parte del prologo si presta in questa seconda fase a interpretare attraverso un diverso set-up due progetti di Pettena. Un lavoro che si trasforma attraverso il dialogo, lo scambio, la parola intercorsi tra Sandoval, S.T.I.F.F, Pettena e Guidi.
Nelle stampe offset tratte dal libro di Otobong Nkanga il paesaggio frammentato e sfruttato e la memoria dell’individuo si combinano tra loro in disegni dai tratti surreali.
Le premesse appaiono interessanti e in linea con le scelte artisticamente impegnate della precedente direzione di ar/ge kunst. Un rinnovato interesse per il libro d’artista come possibilità d’espressione ulteriore che in questo secondo prologo vive attraverso le stampe di Nkanga e le parole recitate nella performance-installazione di Pedro Barateiro: ”Quest’oggetto è una prova di resistenza. E dovrebbe essere letto ad alta voce”. Si aprono molteplici punti di vista e di interpretazione per la galleria-museo. Luogo di produzione di un libro, luogo di fruizione della parola, luogo di scambio.
Antonella Palladino
Bolzano // fino all’11 gennaio 2014
Prologue. Part Two: La Mia Scuola di Architettura
a cura di Emanuele Guidi
AR/GE KUNST
Via Museo 29
0471 971601
[email protected]
www.argekunst.it
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