Ceruti: prima della rivoluzione
Robilant+Voena, Milano – fino al 13 dicembre 2013. Mostra piccola ma esauriente, su Giacomo Ceruti, il Pitocchetto. Che qui riserva molte sorprese, rivelandosi un pittore cardine nel controverso clima pre-Philosophes, tra feste smaglianti e cupi drammi, nuove uguaglianze e antichi soprusi. Con la curatela d'eccezione di Francesco Frangi e Alessandro Morandotti.
Non più macchiette anonime, ma ritratti di persone. Già Roberto Longhi amava le scene “color di polvere e di stracci” dei pitocchi del Ceruti (1698-1767), “l’Omero dei diseredati”, come chiamava il suo allievo Testori questo grande lombardo. Il clima, appunto, è tutto lombardo-longhiano, tanto che l’occasione è ghiotta anche per vedere molte opere della metamorfica collezione Koelliker, che in via Fontana, proprio dove ha sede Robilant+Voena, veniva stipata.
Al piano di sopra le opere in cui Ceruti, dopo il trasferimento a Venezia, tra il 1736 e il 1739, erotizza i sensi, accende i colori, si aggiorna sulla mondanità, Hogarth, Tiepolo, Longhi e Piazzetta, arrivando alle committenze Orsini. Riesce, però, a preservare uno sguardo disincantato, quasi da Parini de Il Giorno, tanto da indispettire un po’ Alessandro Verri, che sostiene che suo fratello sia stato ritratto “somigliantissimo, ma strapazzatamente”. Talvolta neri controcorrente rispuntano fuori, fra ritratti onirici e celebrazioni altolocate: mondi diseguali sotto un unico impietoso pennello.
Giulio Dalvit
Milano // fino al 13 dicembre 2013
Giacomo Ceruti – Popolo e Nobiltà alla vigilia dell’Età dei Lumi
a cura di Francesco Frangi e Alessandro Morandotti
ROBILANT+VOENA
Via Fontana 16
02 8056179
[email protected]
www.robilantvoena.com
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