Da Washington a Roma, piccole perle di Impressionismo
Museo dell’Ara Pacis, Roma - fino al 23 febbraio 2014. “Gemme dell’impressionismo” è una raccolta di 68 opere di piccolo e medio formato. Tutte provenienti da collezioni private americane, attualmente patrimonio della National Gallery di Washington, in particolare dalle donazioni dei figli del suo fondatore, Andrew W. Mellon. E in cambio l’istituzione americana ospiterà la statua del Galata Capitolino.
Un percorso tematico e temporale guida lo spettatore alla scoperta della celebre corrente artistica – inizialmente definita ‘Impressionismo’ in senso dispregiativo, a denotare il senso di incompiutezza suggerito dalle opere – che dal 1874 ebbe il coraggio di rompere ufficialmente i rigidi schemi dei Salon parigini. Al contempo, Gemme dell’Impressionismo è un’occasione per conoscere in maniera più approfondita i “precursori” del movimento, come Eugène Boudin – che con i suoi paesaggi marini e le raffigurazioni della vita mondana della borghesia francese diede vita ai primi esempi di pittura “all’aria aperta” – e coloro che ne raccolsero l’eredità, in particolare Pierre Bonnard ed Édouard Vuillard, appassionati di stampe giapponesi e fondatori del gruppo dei Nabis.
In una delle cinque sezioni della mostra, “Ritratti e autoritratti” – genere che proprio alla fine dell’Ottocento subì una profonda trasformazione – possiamo osservare due piccole perle: l’autoritratto di un giovane Edgar Degas in primissimo piano, che colpisce per i colori caldi e lo sguardo malinconico, e l’Autoritratto dedicato a Carrière di Paul Gauguin, nel quale è già visibile quella pittura compatta per superfici e quel colorismo che connoteranno gli artisti fauve.
Tra le opere rappresentative della pittura en plein air – tecnica distintiva che portò gli impressionisti a diretto contatto con la natura per coglierne l’infinita mutevolezza – si resta incantati dalla grazia e dalla leggerezza di un’opera come Cogliendo i fiori di Auguste Renoir, artista che con il suo tocco soffice e sfumato e la luminosità dei colori incarna, al pari di Claude Monet, la manifestazione suprema dell’avventura impressionista. Nella stessa sezione, l’unica opera di Vincent van Gogh presente in mostra – Campi di fiori in Olanda del 1883 – in cui è evidente la contrapposizione tra la vivacità coloristica dei campi di tulipani in primo piano, visti leggermente dall’alto, e l’atmosfera plumbea conferita dalle nuvole e dagli elementi scuri sul fondo, caratteristica ricorrente nel tormentato genio olandese che solo qualche anno dopo, in un campo di Auvers-sur-Oise, si sarebbe tolto la vita.
Francesca Colaiocco
Roma // fino al 23 febbraio 2014
Gemme dell’Impressionismo
a cura di Mary Morton
MUSEO DELL’ARA PACIS
Lungotevere in Augusta ang. via Tomacelli
06 0608
[email protected]
www.arapacis.it
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