Una folata di pittura russa a Torino
Archivio di Stato, Torino - fino al 25 gennaio 2014. Un’associazione di San Pietroburgo - città con la quale Torino ha stretto un solido accordo - porta nel capoluogo piemontese una serie di ritratti della città russa. Pescando nel gran numero di artisti pochissimo noti al di fuori dai confini natali.
La mostra proposta all’Archivio di Stato di Torino – allestita da un’organizzazione di San Pietroburgo che si occupa anche di teatro, diffondendo all’estero iniziative legate alla cultura russa – espone la variazione della pittura di un’unica quanto grande città durante il corso del Novecento: da qui il titolo San Pietroburgo. Dalle Avanguardie alla Perestrojka.
La selezione effettuata dalle curatrici Marina Jigarkhanyan e Afrodite Oikonomidou vuole far emergere quei pittori marginali che, non avendo raggiunto una fama internazionale, hanno probabilmente mantenuto una spontaneità, quasi ingenua se vogliamo, totalmente figlia del proprio tempo, come un’espressività allo stesso modo libera da costrizioni, come la tendenza dell’arte e le regole del suo mercato, e vincolata dalla storia. Una gestualità generata della guerra, un segno figlio dei regimi, un colore frutto della rivoluzione culturale.
I soggetti dei quadri, tutti provenienti dalla collezione della Pinacoteca Civica Manege, si alternano – dagli Anni Venti ai Novanta – fra ritratti, nature morte e paesaggi, con qualche scena d’interno. Si osservano così tele più vivaci, come Natura morta con teiera e rivista polsha (1973) di Andrei Ender, con i suoi accostamenti sgargianti, a quelle più serie dai toni seppia, come Nell’Ossezia del Nord di Xenia Klementyeva, in Anni Trenta già in odore di guerra.
Non si tratta di Kandinsky, Rodchenko e Malevic, che pure, com’è noto, hanno risposto alle pressioni del governo e alle spinte socio-politiche del Paese, ma di mani rimaste in qualche modo laterali, che aprono quindi un nuovo scorcio nella nostra concezione dell’arte russa del XX secolo. Emergono così una vitalità della pennellata e una frizzantezza della ricerca – dall’inquadratura alla tonalità, dal deposito del colore alla composizione – che raccontano l’instancabile forza di un popolo nella continua solidificazione della propria identità in reazione ai rigidissimi muri eretti e agli opprimenti totalitarismi subiti, alla cui fine del tunnel si sarebbe finalmente respirata l’aria della ricostruzione di uno Stato sotto il nome della trasparenza.
Particolarmente riusciti sembrano i disegni a matita, soprattutto i ritratti dai volti nobili, fermi, espressivi; altrettanto eloquenti, poi, seppur in maniera opposta, appaiono i fuochi di colore e i gomitoli di linee degli ultimi vent’anni del Novecento. Una mostra delicata, insomma, che insegna senza pretese narrando l’anima di un Paese tramite l’operato di artisti poco noti ai più, ma non per questo parchi di densità espressiva.
Clara Rosenberg
Torino // fino al 25 gennaio 2014
San Pietroburgo. Dalle Avanguardie alla Perestrojka
a cura di Afrodite Oikonomidou e Marina Jigarhanjan
ARCHIVIO DI STATO
Piazza Castello 209
011 5624431
[email protected]
www.archiviodistatotorino.it
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