La versione di Ian Tweedy
Monitor, Roma - fino al 15 febbraio 2014. L’artista americano allestisce la sua terza personale nella galleria capitolina: una tappa importante nella sua evoluzione, in cui traccia la propria personalissima rielaborazione della Storia. E rivela un inquieto e ambiguo rapporto con la sua vita in Germania.
I concetti di memoria, identità e appartenenza, storie personali e collettive si intrecciano e si sovrappongono nelle opere di Ian Tweedy (Hahn, 1982; vive a New York). In questo caso, le vicende della nota famiglia Von Stauffenbergs, vicini di casa dell’artista a Berlino negli Anni Ottanta e discendenti del protagonista dell’attentato fallimentare contro Hitler del 1944, il proprio background come writer e la caduta del Muro di Berlino. L’artista ne fa un palinsesto per la “scrittura” della sua versione soggettiva della storia, nel tentativo di intercettare il flusso meccanico degli eventi. Nella serie Casting unknown woman for my neighbor the countess imprime a olio, su fogli di giornali raffiguranti la caduta del Muro, i tratti immaginati della contessa Von Stauffenberg che, incarnata dai volti di attrici dell’epoca, truccandosi invecchia progressivamente. Nell’altra sala della galleria, il riferimento all’attentato è più diretto: il trittico monumentale Fragment Kit (Aftermath of the 20th July Plot) prende spunto da una foto scattata dopo l’evento e allinea a tinte fosche i detriti dell’esplosione, in una sorta di catalogazione frammentaria.
Marta Veltri
Roma // fino al 15 febbraio 2014
Ian Tweedy – My Neighbors The Von Stauffenbergs
MONITOR
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