Verticale è il formato, che sembra “sbagliato” per la direzione orizzontale delle traiettorie entranti e uscenti dalla tela, spostamenti di linee che, a metà corsa, un vettore verticale fa guizzare verso l’alto. Il minimalismo come analisi di pochi elementi – linea e colore – è tradito nella sua anima razionale dall’energia dei lavori di Nelio Sonego (Sion, 1955) che rivelano l’“umanità” del gesto pittorico. Ma la gestualità spontanea è a sua volta contraddetta dal millimetrico e concentrato controllo, che replica in posizioni identiche le direttrici cromatiche. Pittura stesa a pennello, ci tiene a sottolineare Sonego, non più vernici spray come nei lavori precedenti (e negli interventi all’aperto di Morterone). La sorpresa celata nell’apparente serialità è sottile ma decisiva: la vibrazione cromatica d’insieme è completamente diversa rispetto alla verifica ravvicinata dei colori costruiti dalla pennellata magra, strisciata sulla tela. Le griglie di linee arcuate dialogano con lo spazio: la scala, i corrimano in tondino metallico, le finestre sovrappongono all’occhio altrettanti intrecci insinuando una sensazione di movimento più incisiva nell’ambiente che nelle singole opere.
Giulia Bombelli
Milano // fino al 5 febbraio 2014
Nelio Sonego – Orizzontaleverticale
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