Case che sognano l’acqua. Un reportage di Ettore Moni

Un_Type / Blank, Parma - fino all’11 aprile 2014. Sospese, ma anche instabili e pronte a staccarsi dalla riva e a navigare sul Grande Fiume. Sono case galleggianti o su palafitte, sono luoghi leggeri e irregolari che punteggiano le rive del Po. Sono le protagoniste di un reportage fotografico di Ettore Moni.

I luoghi sono quelli di Zavattini, di Guareschi, di Ligabue, le zone golenali della provincia di Piacenza intorno a Caorso, di Parma nei dintorni di Sissa, di Reggio Emilia tra Boretto e Brescello, fino al mantovano con Suzzara, Ostiglia, Revere. Il fiume è il Po, quella spina dorsale della Pianura Padana che ha sempre dato vita e morte, e ispirato racconti, suggestioni e immagini di grande forza, come forti e paurose sono le sue piene.
Ettore Moni (Parma, 1967) ha scelto di fotografare un altro lato del fiume, quello delle costruzioni effimere che si affacciano e si appoggiano su di esso, le Case sospese su pali nella golena o galleggianti sulle acque inquinate, resti dei vecchi ponti di barche. Con il suo banco ottico, maneggiando lastre fotografiche e stampando senza alcun fotoritocco, ha condotto un’indagine che non ha nulla di nostalgico o malinconico, ma piuttosto un’impronta antropologica, nonostante nelle fotografie non compaiano mai persone ma solo le loro tracce: i vasi di gerani curatissimi, le seggioline da bar, i panni stesi. Sullo sfondo, spesso a occupare gran parte dell’immagine, la divinità fluviale, amata e sfidata allo stesso tempo da abitanti coraggiosi e anarchici.

Marta Santacatterina

Parma // fino all’11 aprile 2014
Ettore Moni – Case sospese
a cura di Alberto Nodolini ed Elisa Maestri
UN_TYPE / BLANK
Strada San Nicolò 7 / Viale Tanara, 15
0521 206076 / 0521 272697
[email protected]
www.untype.it

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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