Franco Fontana: vitalità, fotografia, e occhi per vedere
Venezia, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti - fino al 18 maggio 2014. Il colore a tutta vita di Franco Fontana esplode sulle pareti di Palazzo Franchetti. 130 scatti per celebrare un atto d’amore: vedere.
Alle porte del Carnevale, approda a Venezia Full color, la prima retrospettiva lagunare dedicata a Franco Fontana (Modena, 1933), curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in collaborazione con Venezia Iniziative Culturali e Tre Oci.
La mostra è densa, carica, ma anche di lettura semplice, empatica. Gli scatti di Fontana riempiono le stanze del palazzo senza cedere a insidiose tentazioni cronologiche, ma attraverso un percorso tematico che, con tutta la forza dell’immediatezza, testimonia la lunga storia, tuttora in evoluzione, di un fotografo innamorato della vita.
Del resto, nessun altro criterio espositivo avrebbe potuto tenere testa alla personalità di un “pioniere” come Fontana, uno dei pochi ad aver esordito, negli anni Sessanta, accettando, per dirla alla Curti, la “sfida del colore”, mentre la maggioranza dei colleghi sceglieva la rigorosa via del bianco e nero.
Pare che Fontana, oggi, abbia vinto quella sfida, se è in grado di accompagnare l’occhio dello spettatore di Full color in un viaggio gioioso dal “guardare” al “vedere”, confermando un’urgenza da sempre alla base della sua maniera di intendere la fotografia. Secondo Fontana, la capacità di vedere è il frutto di un lungo allenamento, che prende le mosse da ciò che già si possiede dentro di sé. Solo sapendo cosa cercare, si può trovare. E solo conoscendo la differenza tra guardare e vedere, è possibile padroneggiare entrambe le azioni. Ecco allora che i 130 scatti di Fontana diventano un’ottima palestra per lo sguardo, invogliato a scorgere dettagli, forme e geometrie tutt’altro che scontati, nonostante l’apparente semplicità dei soggetti. Con leggiadria e calma, Fontana disegna un percorso al contempo lineare e stratificato, che dal paesaggio sfocia nel mare per poi tornare nuovamente a calpestare il terreno duro degli asfalti, ma con gli occhi illuminati dai raggi di luce degli scorci americani. L’ultima tappa è ancora il paesaggio, stavolta urbano e lentamente abitato dalla figura umana, in un gioco di presenza/assenza che, attraverso silhouette appena ombreggiate, culmina nella fisicità estetizzata dei nudi in piscina e nelle statue, quasi fatte di vento e carne, del cimitero di Genova.
Campiture di colori prepotenti e geometrie dal taglio preciso dominano la fotografia di Fontana e richiamano da vicino referenti pittorici ben noti, ma l’artista, pur essendo consapevole che: “si capisce solo quello che si riconosce”, non è interessato a celebrare memorie culturali. Il suo scopo è far sì che il pubblico percepisca la sua fotografia come un espediente per mostrare qualcosa che si ha dentro, in un rimando di possessioni tra l’oggetto fotografato e il fotografo in azione. I suoi paesaggi, “autoritratti attraverso di lui”, compongono, insieme agli altri soggetti, un colorato e consapevole inno all’amore per la vita che coinvolge chiunque decida di allenarsi al “vedere”. Forse la capacità di cogliere gli aspetti “felici” dell’esistenza è davvero solo questione di esercizio. Del resto, come non dare credito a un fotografo entusiasta che “è nato innamorato” e “vuole morire innamorato”?
Arianna Testino
Venezia // fino al 18 maggio 2014
Franco Fontana – Full color
a cura di Denis Curti
ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI
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